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Cronaca Lungadige Antonio Galtarossa

Cartello della droga smantellato dalla polizia: trafficava in cocaina ed eroina

Le indagini hanno preso il via nel 2013, portando all'arresto di quattro persone ritenute ai vertici dell'organizzazione, mentre altre due risultano essere tuttora ricercate dalla polizia

Sono scattate all’alba del 19 gennaio le operazioni della Polizia di Stato che hanno permesso di sgominare un’organizzazione criminale dedita al traffico di eroina e cocaina nella zona di Verona. Si trattava di tre gruppi di etnie diverse (italiana, albanese e nigeriana), che si sono uniti formando una sorta di “Cartello” per darsi man forte l’uno con l’altro: quando uno di questi restava senza droga da vendere, veniva aiutato da un altro che lo riforniva.

L’indagine “Malok” (in albanese: contadino) ha preso il via nei primi mesi del 2013, quando una fonte ha avvisato le forze dell’ordine che nella zona di Cerea era arrivato un albanese molto attivo sul ricco mercato scaligero. Da quel momento ha preso il via l’attività investigativa con una serie di appostamenti e intercettazioni, che hanno permesso alla Polizia di comprendere subito che non si trovava davanti a piccoli spacciatori ma a dei “grossisti”, che cedevano poi lo stupefacente a chi si occupava di venderlo al dettaglio nelle rispettive zone di competenza: nonostante l’aiuto reciproco infatti, c’era una certa diffidenza tra i vari gruppi, il cui solo interesse era quello di guadagnare il più possibile restando nel “proprio territorio”. Dalle intercettazioni telefoniche, è emerso che i trafficanti guadagnavano tra i 5 e i 15 euro per ogni grammo di sostanza: il linguaggio cifrato da loro utilizzato, e i 15 telefoni cellulari trovati in possesso di ognuno dei quattro arrestati a capo dell'organizzazione, non hanno impedito ai poliziotti di comprendere il vero argomento delle loro discussioni, dove spesso si lamentavano anche della scarsa qualità della “roba” appena arrivata.

Piano piano quindi gli investigatori hanno stretto il cerchio attorno a loro, mettendo le manette ai polsi di altre persone coinvolte nel traffico ma con un ruolo minore:

  • il 26 agosto 2013 è stato arrestato il corriere “ingoiatore” I.A.S., nigeriano di 46 anni, che aveva ingerito in tutto 60 ovuli, 50 di cocaina (561,4 grammi) e 10 di eroina (113, 7 grammi);
  • il 12 settembre 2013 è stato fermato un veronese 43enne, B.C., sorpreso con ovulo di coca da 11,34 grammi e un involucro di hashish dal peso simile;
  • il 14 ottobre 2013 è toccato invece a R.V., uomo di 47 anni, e R.B., donna di 52 anni, entrambi veronesi e pregiudicati, e in possesso di 207 grammi di eroina;
  • un altro “ingoiatore”, O.S. nigeriano di 32 anni, è stato fermato il 22 novembre dello stesso anno con altri 6 ovuli di cocaina per un totale di 66 grammi lordi;
  • per spaccio continuato invece è stato arrestato S.J., 30enne nigeriano pregiudicato, il 24 gennaio del 2014.

Oltre a loro la polizia ha identificato e segnalato anche altri piccoli pusher e consumatori, per un totale di quasi di 2.2 kg di droga sequestrata tra entrambe le sostanze.

Gli appostamenti hanno permesso alle forze dell’ordine di scoprire come la droga veniva ceduta ai piani più bassi dell’organizzazione, che si occupavano poi di distribuirla e di venderla al dettaglio. Un esempio sono le immagini scattate nella zona di Cerea: veniva selezionata un’area di campagna poco o per nulla frequentata, dove venditore e acquirente si davano appuntamento per lo scambio, che in questo caso avveniva in prossimità di un casolare abbandonato. I soggetti, che spesso si presentavano all’appuntamento in bicicletta, venivano così immortalati dagli obiettivi fotgrafici della polizia e successivamente pedinati dagli agenti in servizio.

Raccolte prove sufficienti, il Gip del tribunale di Verona, la dottoressa Donati, ha potuto emettere un provvedimento cautelare, su richiesta del Sostituto Procuratore Sachar, nei confronti di 6 persone, considerate i vertici del "Cartello veronese", dando così il via alla serie di arresti e di perquisizioni.
Sono stati condotti nel carcere di Montorio: M.B., 29enne albanese residente a Cerea; K.O., nigeriano 42enne residente in città e specializzato nel traffico di eroina; A.T., 50enne residente a Verona ma originario della zona di Taranto. Domiciliari invece per A.T., 42enne anch’egli veronese.
Altre due persone destinatarie delle misure cautelari sono tuttora ricercate dalle forze dell’ordine.

Con l’ausilio dell’unità cinofila, gli investigatori hanno dato vita anche alle perquisizioni dei malviventi fermati, senza però trovarvi stupefacenti, che pare venissero invece nascosti in campagna: i precedenti arresti hanno probabilmente fatto scattare un campanello d’allarme nei malfattori, che hanno preso le dovute precauzioni. Gli investigatori infatti sostengono che il “Cartello” muovesse quantità di stupefacente più ingenti rispetto ai 2.2 kg recuperati.

Il Sostituto Procuratore Sachar inoltre, ha disposto perqusizioni personali e di locali, nei confronti di altre 8 persone, coinvolte a vario titolo nella vicenda, come due albanesi rintracciati a Rovigo e Bologna, che, come tutti gli altri, hanno ricevuto la visita delle forze dell’ordine alle prime luci dell’alba del 19 gennaio.

L’indagine comunque va avanti, fanno sapere dalla Questura, nel tentativo di assicurare alla giustizia le altre due persone mancanti e di mettere definitivamente la parola fine a questa organizzazione.

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