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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Fondazione Arena, Tosi attacca: "Accordo ancora più duro del precedente"

Il sindaco di Verona Flavio Tosi sottolinea la durezza dell'accordo proposto dal commissario Fuortes e accettato anche dai lavoratori per il risanamento dell'ente lirico, indicando in parte dei Sindacati i responsabili del rifiuto espresso nel referendum di Aprile

Flavio Tosi si scaglia contro i Sindacati che sulla vicenda Fondazione Arena avrebbero a suo dire "ingannato" i lavoratori. La versione di Tosi è ormai da tempo piuttosto nota: la sua gestione dell'ente lirico sarebbe stata viziata dal debito derivato da quella precedente di "centro-sinistra" (Zanotto), dai 17 milioni di perdita (2007) in nove anni si sarebbe passati agli attuali 24, ma tutto questo a causa soprattutto del venir meno dei contributi pubblici. Insomma dopo quasi dieci anni di lavoro da sindaco della città e presidente di Fondazione Arena, il primo cittadino scaligero fa spallucce e rivendica il proprio operato.

La firma da parte dei Sindacati dell'accordo proposto dal Commissario Fuortes per il risanamento dell'ente lirico e l'intesa raggiunta anche con i lavoratori consentiranno al Festival lirico estivo di iniziare il prossimo 24 giugno senza ulteriori intoppi, ma per Tosi resta il fatto che in fondo tutta quanta la vicenda si sarebbe potuta concludere molto prima, in aprile, quando invece i dipendenti bocciarono la proposta per soli due voti di scarto.

Un'offerta che Tosi, paragonandola a quella poi accettata in questi ultimi giorni, trova persino meno dura. Ma alla base di quel rifiuto secondo il sindaco vi fu appunto una parte dei Sindacati che invitò i lavoratori a "tener duro", in attesa dell'arrivo del commissario straordinario. Quest'ultimo è in effetti arrivato alla fine, ma Fuortes per evitare la liquidazione di Fondazione Arena non avrebbe fatto altro che inasprire ulteriormente la ricetta già avanzata in precedenza, compreso il licenziamento dei circa 20 ballerini del corpo di ballo. Comunque la si pensi, resta sicuramente il fatto che da parte dei dipendenti l'accettazione dell'ultima proposta è avvenuta dinanzi a un bivio che non lasciava spazio a remore: o il "piano Fuortes", oppure la liquidazione coatta dell'ente, con la scadenza per presentare la richiesta di adesione ai fondi garantiti dalla Legge Bray fissata al 30 giugno.

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