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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Santa Lucia e Golosine / A22

Dopo la neve e il caos in A22 «il ritorno alla normalità», ma Toninelli vuole «un'ispezione»

Il concessionario autostradale, dopo il weekend di passione, rivendica il proprio operato per ripristinare la viabilità e si difende dagli attacchi: «Nessuna facoltà di fermare i mezzi non idonei, facendolo la Società commetterebbe un reato». Il ministro annuncia «un'ispezione»

Dopo i disagi sulla A22 del Brennero, il ministro Toninelli, secondo quanto riferito dall'Ansa, ha annunciato «un'ispezione» per verificare che il concessionario abbia garantito «adeguatamente» la sicurezza e il «ritorno a una gestione totalmente pubblica e più conveniente», visto che la concessione è scaduta e deve essere rinnovata. «Un'altra gaffe, - secondo l'esponente di Forza Italia Michaela Biancofiore - O il ministro non sa o finge di non sapere che la società è già pubblica, partecipata all'oltre 81% da enti pubblici».

Nel frattempo, polemiche politiche a parte, dopo il weekend di neve e passione sull'A22, la società Autostrada del Brennero ha annunciato in una nota ufficiale che «grazie all’immane sforzo di tutto il personale e delle ditte incaricate, il traffico lungo tutta l’arteria è stato progressivamente riportato alla normalità». La Società si è inoltre scusata con tutta l’utenza «per i gravi disagi che ha dovuto sopportare», ma ha inoltre ribadito «di aver fatto tutto quando in proprio potere per evitare i blocchi che si sono poi, purtroppo, verificati. Prova ne è il fatto che mai prima d’ora una nevicata ha messo in crisi la viabilità lungo l’autostrada del Brennero».

Weekend di neve e passione sull'A22 - Viabilità ripristinata - 3 febbraio 2019

La società Autostrada del Brennero ha quindi voluto precisare quali siano state le condizioni in cui i disagi si sono prodotti e, soprattutto, quali fossero concretamente gli unici strumenti a sua disposizione per evitarli. «In 24 ore è caduta una quantità di neve che, di norma, cade in due mesi, - si legge ancora nella nota di Autostrada del Brennero - con accumuli repentini che hanno sfiorato il metro. In secondo luogo, non va dimenticato che alle 10:10 di sabato 2 febbraio, all’altezza del chilometro 5, si è staccata una valanga che ha invaso entrambe le carreggiate, prive di traffico solo grazie alle previdenti limitazioni precedentemente decise da Autostrada del Brennero. Questo - prosegue la note di Autostrada del Berennero - ha costretto a chiudere completamente l’autostrada nei due sensi di marcia rallentando enormemente gli interventi di recupero dei mezzi in panne. Solo la rapida pulizia delle carreggiate e il tempestivo sopralluogo in elicottero, condotto nonostante la nebbia, hanno permesso l’assunzione di una grave responsabilità, quella di riaprire la circolazione già alle 13:05 di sabato, per poter ricominciare nel più breve tempo possibile a rimuovere le code».

I blocchi alla circolazione sarebbero dunque, secondo la società Autostrada del Brennero, da attribuirsi ai conducenti dei veicoli che «ignorando scientemente l’ordinanza della Direzione tecnica generale che imponeva il divieto di transito ai veicoli sprovvisti di dotazione invernale, si sono ugualmente avventurati verso il passo del Brennero a 1.400 metri di quota durante l’intensa nevicata». A tali infrazioni, se ne sarebbero inoltre aggiunte molte altre da parte di «numerosissimi motociclisti che, - spiega ancora la nota di Autobrennero - pur di raggiungere un motoraduno in Baviera, hanno proseguito il viaggio sotto la nevicata divenendo protagonisti di numerose cadute con immediate ripercussioni sulla viabilità».

All'accusa principale mossa nelle ultime ore nei confronti della società Autostrada del Brennero, vale a dire che avrebbe dovuto controllare il rispetto dell’ordinanza e fermare i veicoli giudicati inidonei, lo stesso gruppo ha risposto in maniera netta e chiara: «Non è possibile, la normativa non consente a un concessionario autostradale di verificare la dotazione dei veicoli dei propri utenti e di interdire il transito a quelli giudicati inidonei. Facendolo, la Società commetterebbe un reato».

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