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Cronaca Via Urbano III

Tir a San Massimo, la polemica non si placa: "Polato si è smentito da solo"

Federico Benini, consigliere comunale per il PD, replica alle parole dell'assessore alla Sicurezza e del presidente della Terza Circoscrizione: "50 multe da ottobre ad aprile? Vuol dire che i vigili sono venuti a dare le multe solo 12 giorni"

Prosegue il botta e risposta sul problema del transito di mezzi pesanti per le strade di San Massimo. 
Venerdì mattina Anna Lugoboni, Sergio Carollo e Federico Benini, esponenti del Partito Democratico veronese, sono scesi nelle strade del quartiere per avvisare gli autisti della loro irregolarità, visto che nella zona è in vigore il divieto di transito per i tir. Un'iniziativa volta a richiamare l'attenzione dell'amministrazione comunale e che ha trovato le repliche dell'assessore alla Sicurezza Daniele Polato e del presidente della Terza Circoscrizione Nicolò Zavarise, secondo i quali quello di Benini sarebbe più un "teatrino" e "un'azione di speculazione politica", che una denuncia utile alla comunità. 
Dal consigliere comunale del PD è arrivata quindi una risposta piccata ai due avversari. 

Lavoro con i numeri e quelli forniti dall’assessore Polato sulle multe ai tir di San Massimo non possono che farmi sobbalzare dalla sedia. L’assessore dice che sono state date 50 multe ai tir da ottobre ad oggi, di cui solo 4 nella mattinata di venerdì scorso, dopo che i vigili sono venuti a farle quando hanno saputo dell’iniziativa del Pd. Ebbene Polato si è smentito da solo. Se solo in tre ore hanno dato 4 multe, per averne date 50 da ottobre, su 200 giorni tra ottobre ed aprile, facendo una media, vuol dire che i vigili sono venuti a dare le multe solo 12 giorni, una media di meno di due mezze giornate al mese di controllo. E’ questo l’interesse che ha questa amministrazione comunale per San Massimo?

Consiglio poi a Polato di confrontarsi più spesso col dirigente alla mobilità e traffico che conosce benissimo la realtà di chi ha fatto le richieste per mettere i cartelli di divieto dei tir. Quando (a fine 2016) lui era un consigliere comunale di minoranza che portava le angurie a Palazzo Barbieri e Carla Padovani e Nicolò Zavarise non ricoprivano nessun incarico amministrativo, il sottoscritto, consigliere allora della terza circoscrizione, girava gli uffici comunali e la polizia municipale per chiedere che venissero messi i cartelli.

Non capisco, quindi, questo amore per il mio capogruppo. Forse ha nostalgia di quando 6 anni fa erano entrambi nella stessa coalizione ad appoggiare Luigi Castelletti Sindaco. 

Tir a San Massimo

Chiamata in causa sia da Polato che da Benini, anche Carla Padovani ha detto la sua sulla questione dei tir che transitano dal quartiere veronese. 

Rispetto a quanto asserito dall’assessore Polato non posso che confermare che la questione del transito dei Tir da San Massimo è stata tra le mie prime preoccupazioni da consigliere comunale, tanto più che come residente nel quartiere assisto quotidianamente ai danni e ai disagi alla viabilità, all’incolumità delle persone, alla cartellonistica stradale, alle strade stesse e ai marciapiedi, provocati dal passaggio di questi mezzi.
Il problema, però, non è stato ancora risolto: pur vedendo anche i controlli della polizia municipale, che ringrazio, pur avendo installata adeguata segnaletica stradale, constato che i mezzi pesanti continuano a violare i divieti e a creare disagi (l’ultimo passaggio l’ho visto proprio stamattina), segno che la contromisura è necessaria ma non sufficiente.
Condivido il proposito dell’amministrazione di intervenire a monte per l’aggiornamento delle mappe dei gps che mandano gli autisti fuori strada, e forse in questo senso anche il Quadrante Europa, meta di questi camion, potrebbe giocare un ruolo dal punto di vista tecnico e di sensibilizzazione.
Temo tuttavia siano necessarie misure più incisive, a partire da un’ulteriore intensificazione dei controlli che faccia scattare il necessario passaparola tra gli autisti.
Non si tratta di occupare agenti in via permanente su San Massimo, anche altri quartieri hanno simili esigenze, ma di condurre una campagna mirata a sensibilizzare gli autisti e le compagnie affinché sappiano che da lì non si può passare. Vista l’oggettiva pericolosità per il quartiere, l’investimento varrebbe sicuramente il costo.

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