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Cronaca

Tentato omicidio a Valeggio, due arrestati

Impiegati 50 agenti nella cattura del latitante, Resta grave la vittima 23enne

Pasqua di sangue a Valeggio sul Mincio. Una lite scoppiata per dissidi familiari ha sfiorato la tragedia e a farne le spese è stato un cittadino di origini marocchine, Rachid Hmaisma, di 23 anni, vittima di quattro coltellate di cui una gravissima al polmone. A muovere l’arma, un grosso coltello da cucina, è stato Hassan Meqouri, connazionale e coetaneo dell’aggredito, che accompagnato dal cognato, Soufian Laghoiti, di 33 anni, aveva dato appuntamento ad Hmaisma nel bocciodromo di Valeggio, alle 19e45 del 3 aprile. Dopo un breve colloquio è scoppiata la rissa, con grida, urla e sedie mulinate in aria dentro il locale.

Poco dopo l’aggressione vera e propria: Hassan, estraendo un coltello da cucina, ha colpito il 23enne alla testa e all’addome perforandogli un polmone e lasciandolo sul pavimento in condizioni gravissime. Gli attimi brevissimi, prima dell’allarme, hanno consentito all’aggressore di fuggire e al cognato Soufian, ancora presente nella sala, di pulire ed occultare l’arma. La latitanza della coppia, il primo con un accusa pendente di tentato omicidio, il secondo per favoreggiamento, è durata due giorni e mezzo con un dispiegamento in forze dell’Arma di Peschiera che ha letteralmente “blindato” la cittadina di Valeggio. Sono stati 48 gli agenti scaligeri impegnati, che, con l’ausilio di due elicotteri del nucleo di Bolzano hanno pattugliato l’intera zona, perquisendo a tappeto tutti i casolari agricoli abbandonati che fungono da riparo di fortuna per rom e latitanti.

“Ci è stata fornita una grande collaborazione da parte dei parenti e dalla comunità islamica dello stesso Hassan” precisa il capitano Mario Marino del comando di Peschiera “Grazie alla loro mediazione siamo riusciti a scongiurarne la fuga all’estero convincendolo a costituirsi”. Non sono ancora chiare le cause che hanno armato il giovane marocchino, ma gli inquirenti sospettano siano legate a vicende di gelosia che riguardavano le rispettive consorti. Durante le perquisizioni, nella notte del 3 aprile, è giunto anche l’arresto per favoreggiamento del cognato Soufian, sospettato di aver nascosto il coltello all’interno della manica della giacca subito dopo averlo pulito dal sangue della vittima. Restano gravissime le condizioni del giovane Rachid, in prognosi riservata all’ospedale di Borgo Trento.

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