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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Tentata estorsione ad un imprenditore, Lamborghini Huracan sequestrata: perquisizioni anche a Verona

L'operazione è stata condotta dalla guardia di finanza di Treviso, dopo la querela depositata dall'amministratore delegato di un'azienda della zona. L'auto era stata affidata da una scuderia del Padovano con regolare contratto, che per renderla avrebbe preteso pagamenti per 350 mila euro

Un tentativo di estersione di 350 mila euro ai danni di un imprenditore trevigiano è stato bloccato dal Comando provinciale della guardia di finanza della Marca, che ha denunciato due persone residenti nel Padovano e sequestrato un'auto sportiva, di proprietà della società amministrata dalla vittima, che sarebbe stata indebitamente trattenuta dagli indagati con lo scopo di ottenere il pagamento della somma pretesa.
Grazie alle indagini svolte dalle Fiamme gialle di Treviso sotto il coordinamento della Procura, il gip ha disposto il sequestro preventivo della vettura da pista al centro delle indagini, una Lamborghini Huracan GT3, bloccando così quello che viene indicato come un tentativo di estorsione protrattosi per mesi. 

Guardia di finanza di Treviso - Sequestro di una Lamborghini Huracan-3

L'attività investigativa ha preso il via in seguito alla querela presentata dall’amministratore delegato di un’azienda del trevigiano che, dopo aver acquistato l’auto sportiva e averla affidata a una scuderia automobilistica in base ad un contratto di sponsorizzazione, al termine di questo, anziché riottenere il veicolo da corsa, sarebbe stata destinataria di una pretesa di pagamento di una serie di fatture emesse, fuori dai termini contrattuali, dalla medesima scuderia, per un importo prossimo al valore di acquisto dell’autovettura, ovvero circa 350 mila euro.

Guardia di finanza di Treviso - Sequestro di una Lamborghini Huracan-2

Sono partiti così gli accertamenti delle Fiamme Gialle che, attraverso alcune perquisizioni eseguite tra le province di Padova e Verona, controlli incrociati, accertamenti bancari e l’acquisizione di diverse testimonianze, sarebbero riuscite a ritrovare la Lamborghini in un capannone del Padovano e a provare che le fatture emesse dalla scuderia riguardavano operazioni economiche inesistenti, e quindi emesse solo al fine di tentare un’estorsione ai danni dell’imprenditore, che solo a fronte del pagamento dell’importo richiesto avrebbe potuto riottenere l'auto. 

Grazie all’ampio e convergente quadro probatorio acquisito, il Tribunale del Riesame di Treviso ha dunque confermato il sequestro preventivo dell’auto sportiva. Concluse ora le indagini, i due responsabili dovranno rispondere del reato di tentata estorsione in concorso.

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