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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Attimi di tensione fuori dalla Gran Guardia tra una poliziotta e un sedicente «fan di Salvini»

Concitato faccia a faccia tra una dirigente della digos veronese e un uomo con un pit bull al guinzaglio che pochi istanti prima cantava «Salvini uno di noi». Le scuse il giorno dopo

Quello di ieri a Verona è stato un lungo e partecipato corteo, ma è stato soprattutto "ordinato", un disordine ordinato se si vuole, ma di fatto non vi sono stati momenti di tensione e nemmeno atti sporadici fuori dalle righe. Una conferma in tal senso è arrivata direttamente dagli uffici della questura scaligera: «Nonostante il clima di altissima tensione tra posizioni ideologiche contrapposte che ha infiammato l’opinione pubblica nazionale nell’ultima settimana, non sono stati finora registrati atti di violenza o analoghe gravi turbative».

Un unico episodio di tensione, tutto sommato ben gestito, isolato e senza gravi conseguenze, si è verificato tuttavia nella scorsa giornata proprio dinanzi al palazzo della Gran Guardia. Un signore accompagnato da un paio di amici e da quello che presumibilmente era il suo cane, un pit bull bianco, ha iniziato ad un certo punto, poiché «provocato» spiegherà il giorno dopo, a cantare «Salvini uno di noi, Salvini uno di noi», per poi voltarsi e fare gesti non del tutto consoni ad uno spazio pubblico (avete presente Bart Simpson che mostra il didietro? Ecco...). Nel video che ormai da qualche ora sta circolando in rete, si vede ad un certo punto avvicinarsi all'uomo una dirigente donna della digos di Verona, la quale con fermezza e tranquillità chiede all'esagitato fan di Salvini di «restare al suo posto». La replica del diretto interessato è stata però tutt'altro che conciliante. Come si evince dalle immagini del video, l'uomo con fare piuttosto provocatorio, invece che abbassare i toni, chiede di essere arrestato arrivando a un faccia a faccia molto ravvicinato con la poliziotta. Fortunatamente il sangue freddo della dirigente ha fatto sì che la situazione non degenerasse.

Le reazioni politiche

Dopo che il video, realizzato dal giornalista Krsto Lazarević, ha fatto il giro della rete sono arrivati anche i commenti da parte di personaggi della politica nazionale come l'ex ministro Carlo Calenda che via Twitter scrive: «Legge e ordine questi fan di Salvini. Che schifo. Poliziotta grandissimo intervento. Da vedere». 

«Tra le strade di Verona queste parole e queste immagini hanno già fatto il giro del mondo. Ecco gli uomini della Lega. Pensate ad avere questo diversamente "moderato" in mediazione con voi subito dopo la separazione. Ha ragione mr. Pitbull: Salvini è uno di loro». Queste invece le dure parole affidate ad un post su Facebook da parte di Imma Cusmai, già candidata per Giorgio Gori in regione Lombardia.

Nessun commento ufficiale è giunto finora in merito all'episodio da parte degli ambienti del ministro dell'Interno, anche se è presumibile una presa di distanza, mentre via social Matteo Salvini ha polemizzato con «certe femministe che ce l'hanno tanto con la famiglia» e alle quali il ministro ha suggerito «di preoccuparsi di quell’estremismo islamico che le donne le vorrebbe sottomesse, umiliate e magari anche picchiate». 

Altro post polemico del ministro dell'Interno è stato poi indirizzato sempre ai manifestanti di ieri, riprendendo alcuni dei cartelli esposti durante il corteo di Verona e in altre città d'Italia: «Il mondo è bello perché è vario, - ha scritto Salvini allegando anche le immagini - ma dormirò lo stesso sereno e felice!».

Le scuse alla poliziotta insultata

L'indomani, il giovane autore della piazzata è stato rintracciato ed intervistato dal quotidiano L'Arena e in un video, bello e patinato, il ragazzo ha rivolto le proprie scuse alla poliziotta veronese, un pubblico ufficiale per l'appunto, alla quale aveva tra l'altro urlato «cogliona» dopo averla invitata ad arrestarlo per poi prendersela pure con il cameraman di una tv straniera: «Mi scuso con la dirigente della digos, - ha dichiarato il giovane - non è un comportamento da me». Il ragazzo poi riferisce che passando di lì sarebbe stato «attaccato da un paio di manifestanti», quali? Quelli del controcorteo che davanti alla Gran Guardia non transitavano? Ad ogni modo, il giovane intervistato ha poi proseguito nelle sue scuse affermando di «essere deluso» del proprio comportamento: «Chiedo ancora scusa a tutte le persone che conosco, spero che non sia passato un brutto messaggio, richiedo scusa all'agente, ma come avete visto ho anche subito dato il mio documento, ho dato la ragione subito a loro, ho detto che porto rispetto per la divisa e quindi non era mia intenzione mancare di rispetto».

Dopo il "diverbio" con l'agente della digos quello con un cameraman

Lo stesso giovane, poco dopo le scuse della video intervista è poi tornato sulla vicenda in un post pubblico su Facebook nel quale se la prende con i giornali che avrebbero montato tutta la vicenda e sostenendo di non aver offeso nessuno: «Incredibile come vengono montate le cose, - scrive il ragazzo - quanta falsità quando non ho mancato di rispetto a nessuno non sono omofobo e ne (sic) razzista. Non sapete come fare i soldi dovevate fare notizia e basta. Io sono stato attaccato da dei manifestanti e il video e stato fatto quando ero gia alterato perché appunto sono stato attaccato e preso di mira».

post poliziotta scuse

I numeri del controcorteo

Per quanto riguarda invece i numeri circa la partecipazione alla manifestazione di ieri promossa da Non Una di Meno, una «stima non ancora definitiva lascia presumere almeno 25mila/30mila presenze al corteo più partecipato, quello che dallo scalo ferroviario di Porta Nuova ha raggiunto la stazione di Porta Vescovo lungo un percorso cittadino di circa 4 km». Così si legge nella nota ufficiale della questura, il che lascia presuppore che nel complesso il totale dei manifestanti possano essere stati anche una decina di migliaia in più, anche se da parte degli organizzatori la cifra indicata è ben più alta, addirittura 100mila presenze. Quest'oggi, invece, a partire dalle ore 12 in piazza Bra si terrà il raduno della "marcia per la famiglia" che si snoderà lungo un percorso di circa un paio di chilometri per poi fare ritorno nella stessa piazza prima dei saluti finali al convegno delle famiglie in Gran Guardia.

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