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Esercizio abusivo professione sanitaria, il Tribunale del Riesame conferma sequestri

Confermata la bontà dell’ordinanza di convalida del sequestro, misura giudicata “proporzionata” allo specifico pericolo di reiterazione del reato

Il Tribunale del Riesame di Verona ha confermato alcuni sequestri di studi dentistici eseguiti dalla guardia di finanza, rilevando l’assenza di concreti elementi alternativi per ritenere che l’indagato ricorra in maniera esclusiva (come assunto in sede di riesame) a soggetti terzi abilitati per lo svolgimento di prestazioni odontoiatriche rese dalla società.

Da ciò è discesa la sussistenza del “fumus commissi delicti” (probabilità di effettiva consumazione del reato ndr) e, quindi, la bontà dell’Ordinanza di convalida del sequestro, misura che risulta “proporzionata” allo specifico pericolo di reiterazione del reato. Nella sostanza, anche il Tribunale del Riesame di Vicenza ha ripreso e confermato quanto già espresso dal Tribunale di Verona sui medesimi fatti, sottolineando tra l’altro la bontà dell’operato della polizia economico-finanziaria. 

Nel provvedimento, inoltre, viene evidenziato come la documentazione (fiscale) prodotta dalla difesa non scalfisce l’ipotesi accusatoria, ma, anzi, la sostiene: da un lato, l’operato di medici terzi presso la S.a.s. conferma il fatto che l’indagato fosse consapevole di non poter esercitare la professione in Italia, non essendo abilitato; dall’altro, i documenti fiscali emessi da professionisti esterni per prestazioni nei confronti della società, alla luce del loro scarso numero (circa 2 fatture al mese), non giustificano l’esistenza di una struttura organizzativa come quella della S.a.s., dotata di due studi e diverse sale operatorie.

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