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Cronaca San Giovanni Lupatoto / Via Roma

Genitori, studenti e insegnanti veronesi protestano contro la Dad: «Si torni in classe»

La manifestazione si è tenuta a San Giovanni Lupatoto: «Basta alla didattica a distanza»

Si è svolta oggi, venerdì 15 gennaio 2021, a San Giovanni Lupatoto la manifestazione organizzata dal movimento di opinione "Ridatecilascuola". Circa sessanta persone tra genitori, studenti e insegnanti hanno aderito per dire «basta alla didattica a distanza e al perdurare della chiusura delle scuole superiori». Gli studenti si dicono stanchi di stare davanti al monitor di un computer e disillusi dai continui rinvii sulla riapertura: «I miei compagni di classe mi dicono che mollano tutto e che non vogliono più andare a scuola», spiega Arianna Elisa Mosconi, studentessa al primo anno del liceo Messedaglia.

Protesta contro la DAD a San Giovanni Lupatoto

La DAD, inizialmente pensata per consentire la prosecuzione della scuola in una fase di lockdown totale all’inizio della pandemia, secondo i promotori della protesta deve però «rimanere uno strumento residuale ed emergenziale». Mirka Maggio, insegnante in un istituto superiore, spiega: «Non vi è un giudizio negativo pregiudiziale assoluto, ma non potrà mai sostituire la scuola in presenza fatta di relazioni, attività pratiche, progetti e apprendimenti verificati in presenza». A queste affermazioni, fa eco tra i genitori Federica Magnaterra che aggiunge: «La scuola è la realtà più importante per i ragazzi: luogo di crescita culturale, personale e civica».

Da giugno dello scorso anno, "Ridatecilascuola" chiede un piano programmatico e operativo per tutelare la scuola anche attraverso l’adeguamento efficiente dei trasporti che, a detta del movimento, «ancora oggi rappresenta uno dei nodi da sciogliere». Le proposte avanzate sono molteplici, perché «tra l’avere una scuola al 100% in presenza e avere solo DAD, esistono molte sfumature che possono avere grandi benefici per gli studenti e che vanno perseguite nel loro interesse», commenta Rosita, mamma di tre ragazzi di cui uno in prima liceo.

La situazione dei ragazzi è indubbiamente molto difficile e, a testimonianza di ciò, basti citare un'indagine pubblicata da Save the Children, ma anche le molte dichiarazioni di psicologi e medici che registrano un aumento dei tentati suicidi e in generale dei disagi psichici. A rivelarlo sono poi soprattutto le voci di chi è diretamete implicato in questa situazione, come Arianna: «Fa stare male sentire i miei amici che non vogliono più uscire di casa», ed anche per questo Arianna conclude chiedendo che «si faccia presto qualcosa per i trasporti, perché la scuola è sicura».

In merito, proprio nelle scorse ore il governatore del Veneto Luca Zaia ha confermato l'intenzione di voler riaprire le scuole superiori dall'1 febbraio 2021: «Le scuole superiori riapriranno alle lezioni in presenza il primo febbraio se non ci saranno rischi: valuteremo l’andamento epidemiologico. Ho sempre detto che ritengo una sconfitta dover chiudere. Ma qui, - ha poi aggiunto Zaia - con i rischi di una comunità come quella scolastica, siamo davanti ad un tema di sanità pubblica. Non accetto che ci dicano che non apriamo le scuole perchè non siamo pronti con i trasporti, - ha concluso Zaia - il cui piano per la riapertura è stato fatto ed ufficializzato settimane fa».

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