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Vigili del Fuoco veronesi in agitazione. "Pochi distaccamenti permanenti"

Il portavoce sindacale Luca Cipriani ha organizzato un confronto per il 24 giugno. "Nel resto del Veneto ci sono in media sei sedi per provincia. Da noi soltanto due"

Le sigle sindacali unitarie dei Vigili del Fuoco di Verona hanno indetto uno stato di agitazione e chiedono un confronto con Luca Bonello, presidente dell'associazione nazionale vigili del fuoco volontari, e con il sindaco di Villafranca Mario Faccioli.

La richiesta arriva da una lettera spedita dal portavoce sindacale Luca Cipriani che tende subito a precisare che "non esiste alcun pregiudizio da parte dei lavoratori del corpo operanti a Verona, verso la componente volontaria".

"Stiamo organizzando un confronto che si terrà nel tardo pomeriggio del giorno 24 giugno - ha aggiunto Cipriani - finalizzato a chiarire la nostra idea di sicurezza e la nostra idea di integrazione con il volontariato. In quella sede di confronto potremo democraticamente discutere sulle diverse posizioni, convergenti o divergenti che siano".

Nella lettera, Luca Cipriani mette in evidenza come il problema sia la distribuzione delle sedi e dell’organico dei Vigili del Fuoco permanenti sul territorio nazionale e regionale. "La presenza nel veronese di due soli distaccamenti permanenti rappresenta un grave deficit, in particolar modo se raffrontato con la media regionale che risulta essere di sei sedi per ogni provincia del Veneto. Deficit che, all’interno dell’incremento di organico previsto dal Governo, sarebbe giusto colmare, anche per un criterio di equa distribuzione fra costi e benefici per i cittadini contribuenti".

Ma anche se venissero creati nuovi distaccamenti nel territorio, alcuni problemi rimarrebbero e sono stati elencati da Luca Cipriani: "Evidente scarsità di organico, dovuta anche all’abbandono, più o meno spontaneo, di numerosi volontari; assenza sostanziale dei requisiti necessari per svolgere le funzioni di capo partenza, ruolo spesso affidato a giovani colleghi che contano non più di due anni di servizio e qualche decina di interventi; esiguo numero di autisti, sull’implemento dei quali il Comando intende intervenire; assenza di investimenti da parte del sistema delle autonomie locali, che scarica per intero i costi sulle esigue casse del Corpo, sia per gli oneri legati alla paga oraria in caso di intervento, sia per la gestione dei mezzi, le attrezzature e le divise". 

Cipriani affronta anche il caso di Villafranca lamentado però una scarsa apertura da parte del primo cittadino. "Fin dagli anni '90 le organizzazioni sindacali chiedono proprio a Villafranca l’apertura di una nuova sede professionalmente servita, che possa rappresentare, h24, la giusta risposta dello Stato rispetto ai bisogni di un territorio ampio e fortemente industrializzato".

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