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Cronaca

Spiraglio cartiere: ipotesi riapertura il 30 giugno

Domani l'assemblea dei creditori. Ceschi (Cisl): "Stabilimenti svenduti per 8 milioni"

“Cartiere anno zero”, ma uno spiraglio è previsto per fine mese. Idealmente, la situazione per gli stabilimenti di Cadidavid, impegnati da tre mesi nella battaglia tra la ex proprietaria Icc e l’offerente Mbm, ripartirà proprio da zero. Nulla è ancora deciso, tutto sembra nebuloso e senza fine. Soprattutto per i 135 operai che da tempo aspettano di tornare a solcare le porte e a timbrare i cartellini.

Già venerdì scorso si è svolta l'assemblea tra il presidente della Provincia, Giovanni Miozzi, e gli operai veronesi nel quale l’amministratore ha sostenuto ancora una volta la mozione per la riapertura al più presto delle cartiere e ha chiesto ai lavoratori “di portare ancora pazienza”: “Serve tranquillità perché la situazione è estremamente delicata. Dal punto di vista occupazionale bisogna verificare che la situazione sia a norma e che il lavoro possa riprendere e consolidarsi per più anni”. Uno studio per “il futuro” si direbbe, che necessita di un lavoro burocratico e di indagine accurato da parte del commissario liquidatore, Alberto Peroni, che da Reggio Emilia sta attualmente vagliando le offerte e i libri contabili.

La scorsa settimana un’assemblea indetta dal commissario Peroni avrebbe dovuto riunire tutti i creditori per far luce sulla reale situazione finanziaria dell’Icc che nei confronti della cartiera sembra aver lasciato buchi per 120 milioni di euro. Ipotesi di incontro rimandate a domani, 15 giugno e sugli esiti della quale tutti incrociano le dita. “Ai lavoratori serve più che altro la proverbiale ‘pazienza di Giobbe’- ammette il responsabile Cils, Michele Ceschi- per la lunga attesa a cui sono sottoposti da mesi. Tuttavia, sembra che la situazione si possa definitivamente sbloccare entro il 30 giugno, data che ora appare ragionevolmente credibile. Tutti naturalmente auspichiamo che la situazione si risolva per il meglio con i compratori che finora si sono fatti avanti: la Mbm che ha già messo sul piatto un’offerta di 8milioni e 50mila, e un’azienda friulana che opera nello stesso settore ma che, per ora, sta latitando. La situazione è delicata ma lascia interdetti soprattutto il fatto che una ditta come quella di Cadidavid, che nel 2007 era valutata 50 milioni di euro, ora venga svalutata e svenduta per 8”.

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