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Cronaca Malcesine

Trovata sul Monte Baldo da un escursionista una spada antica di oltre 3300 anni fa

L'eccezionale ritrovamento verrà presentato venerdì nell’Auditorium di Palazzo Brasavola ad Avio e diventerà parte della collezione permanente dell’Antiquarium

Risale ad oltre 3 mila e 300 anni fa, la spada dell'Età del Bronzo rinvenuta da un escursionista sul Monte Baldo. Un reperto straordinario, che sarà presentato al pubblico dalla Soprintendenza per i beni culturali venerdì 6 maggio, nell’Auditorium di Palazzo Brasavola ad Avio, in un incontro dal titolo "La montagna e la preistoria". 

Come riportano i colleghi di TrentoToday, durante la presentazione sono previsti brevi interventi sull'archeologia locale da parte del soprintendente per i beni culturali Franco Marzatico, del direttore dell’Ufficio beni archeologici Franco Nicolis, di Paolo Bellintani, archeologo della Soprintendenza, Marco Avanzini (Muse), Maurizio Battisti (Fondazione Museo Civico Rovereto), Paola Salzani (Soprintendenza per l’archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza) e Mara Migliavacca (Università di Verona). 
Un evento che si rivolge alla cittadinanza per sensibilizzarla sulla valorizzazione del patrimonio culturale, restituendo un bene archeologico che permette di fare nuova luce sulla parte più antica della storia del territorio.
L'arma bianca diventerà parte della collezione permanente dell’Antiquarium di Avio, allestito a Palazzo del Vicariato e viene ricordato che, in caso di ritrovamenti fortuiti come quello avvenuto sul Baldo, gli oggetti vanno consegnati alla Provincia, a tutti gli effetti proprietaria del materiale rinvenuto, come previsto dalla legge in materia.

La scoperta della spada

Il ritrovamento del cimelio è avvenuto nel 2021, quando l'escursionista l'ha notato nella zona del crinale del Monte Baldo, a circa 1360 metri di altitudine. Inizialmente la spada era stata consegnata alla Soprintendenza di Verona ma, grazie alla collaborazione degli archeologi scaligeri, è stata riconosciuta come proveniente dal Trentino, nel territorio del comune di Avio, e consegnata all’ufficio beni archeologici della zona. L'arma bianca è stata datata alla tarda età del Bronzo (1350 - 1000 a.C. circa): realizzata in lega di rame e stagno, risulta sostanzialmente integra, a parte per la perdita degli mobili dell’immanicatura (forse costituita materiale deperibile), di cui però rimangono i ribattini per il fissaggio. Inoltre risulta piegata all'altezza della medesima zona. 

Le caratteristiche della spada di Avio rimandano alle cosiddette spade "a lingua da presa" (forma "Naue II") peculiari dell’Italia del nord e dell’Europa centro-orientale. La “lingua da presa”, ossia la parte del manico fusa assieme alla lama, è un’innovazione tecnologica che consente una presa di precisione e un miglior controllo dello strumento sia come arma da punta che da fendente. Rinvenimenti di questo tipo, ossia provenienti da luoghi isolati in prossimità di percorsi, valichi o picchi montani, vengono in genere interpretati come testimonianza non solo della frequentazione delle alte quote (per il pascolo estivo) ma anche di pratiche di culto che richiamano l’uso delle offerte votive nei santuari pagani e poi della tradizione cristiana. Nel caso della spada di Avio, in mancanza di precisi dati sulle condizioni di giacitura originaria, il fatto che risulti intenzionalmente piegata all’attacco dell’immanicatura, ossia che sia stata resa inutilizzabile, potrebbe indicarne la destinazione come offerta votiva. Questa ipotesi può essere avanzata anche nel caso di un rinvenimento molto vicino al punto di scoperta della stessa spada e ad essa grossomodo contemporaneo: un coltello in bronzo da Malga Artilone, anch’esso intenzionalmente piegato.

L’origine della spada, strumento da combattimento per eccellenza, risale a più di 5000 anni fa, quando fa la sua prima comparsa nel nord della Mesopotamia, ma si diffonde nel mondo mediterraneo e in Europa oltre mille anni più tardi.

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