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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Pfas, la Regione Veneto decide di sospendere le terapie di "plasmaferesi" sui contaminati

Mentre i Nas entravano negli uffici della Regione Vento per acquisire materiale, il direttore generale della sanità regionale Domenico Mantoan ha illustrato l'efficacia della terapia "plasmaferesi" sui contaminati da Pfas per poi dichiararla però "sospesa"

I carabinieri dei Nas si sono recati stamane negli uffici di Venezia della Direzione e prevenzione della Regione Veneto per acquisire documentazione sui contaminanti Pfas. Gli accertamenti sono avvenuti proprio mentre il direttore generale della sanità regionale Domenico Mantoan illustrava a Padova i risultati dell'utilizzo della procedura di plasmaferesi sulle persone contaminate in Veneto. «Bastava che ce li chiedessero. - ha commentato Mantoan - I dati della Regione Veneto (relativi a quattro stadi su sei) confermano una diminuzione media dei Pfas nelle persone che si sono sottoposte al trattamento pari al 35%».

Lo stesso Mantoan ha però annunciato quest'oggi la decisione di sospendere la plasmaferesi su contaminati, una decisione dichiaratamente in polemica con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che nelle scorse ore aveva bollato tale terapia come "inutile e fortemente sconsigliata". Una sonora bocciatura che ha subito trovato sponda nei consiglieri regionali Cristina Guarda (AMP) e Andrea Zanoni (Pd), i quali hanno voluto commentare così l'annuncio della sospensione del trattamento dato da parte della Regione: «L’annuncio dato dal direttore generale della sanità regionale Domenico Mantoan circa la sospensione della procedura di plasmaferesi sulle persone contaminate da Pfas, rappresenta un dietrofront che dimostra tutta la sconsideratezza delle procedure seguite fino a questo momento».

«Da mesi denunciamo il fatto che la Regione ha voluto procedere con la plasmaferesi - attaccano i due consiglieri regionali - bypassando ogni limite di buon senso e di sicurezza per la salute dei cittadini e soprattutto dei più giovani. Perplessità e preoccupazioni pesantissime che la stessa Ministra Lorenzin ha ribadito in Parlamento in queste ore, evidenziando che la Regione Veneto, prima di sottoporre le persone a tale trattamento, avrebbe dovuto procedere ad una preventiva sperimentazione, in particolare nei confronti dei bambini e degli adolescenti, maggiormente esposti a possibili conseguenze dannose per la salute».

Molto diversa la posizione della Regione Veneto che proprio oggi ha presentato i dati che testimonierebbero l'efficacia della plasmaferesi: «La plasmaferesi e lo scambio plasmatico, -  si legge in una nota ufficiale - le due tecniche utilizzate dai sanitari del Veneto per abbattere la presenza di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas e Pfoa) nella popolazione interessata al grave inquinamento di queste sostanze funzionano e, sinora, con un centinaio di casi trattati, senza il verificarsi di effetti collaterali, hanno determinato una discesa media di presenza di inquinanti nel sangue pari al 35% con la Plasmaferesi, e del 68% con lo scambio plasmatico».

Nel corso della presentazione del rapporto, Mantoan ha tenuto a precisare che «tutto è stato fatto in scienza, coscienza e prudenza, su basi tecniche ben definite, e tramite grandi professionalità come quelle delle dottoresse Alghisi e De Silvestro e dei loro team sanitari. I risultati scientifici di oggi parlano chiaro sull’efficacia delle scelte fatte, con l’obbiettivo di togliere il prima possibile dal sangue delle persone questi inquinanti, che hanno un tempo di dimezzamento naturale di 5 anni, il che significa un periodo di 20-25 anni per farli scomparire del tutto».

I tecnici e i clinici presenti hanno commentato con un certo stupore le dure critiche arrivate alla plasmaferesi dal Ministero della Salute e dal Ministro Lorenzin, facendo presente che la stessa procedura viene utilizzata per circa 50.000 donatori di sangue l’anno in tutta Italia: «Riteniamo di avere basi scientifiche ed etiche solidissime – ha detto Mantoan – anche perché, se la plasmaferesi è inutile, controindicata o addirittura pericolosa per i veneti contaminati da Pfas, allora dovrebbe esserlo anche per i 50.000 donatori di sangue che la ricevono ogni anno in tutta Italia».

«Abbiamo chiesto e torniamo a chiedere al Ministero – ha poi aggiunto il Direttore Generale della Sanità Veneta – che ci faccia avere la documentazione scientifica sulla quale si sono basate le critiche rivolteci dal Ministro nel question time del 13 dicembre. Siamo pronti a confrontarci serenamente sul piano tecnico-scientifico – ha aggiunto – e come segnale di buona volontà, da oggi ho disposto la sospensione dell’offerta di tale trattamento ai veneti contaminati dai Pfas, nella speranza che si possa effettuare velocemente un serio confronto, che sia esclusivamente tecnico-scientifico. Anche perché – ha concluso Mantoan – se la plasmaferesi non va bene – il Ministero dovrà indicarci quali altre procedure adottare per disintossicare i nostri cittadini».

Dura risposta in proposito è arrivata proprio dai conisglieri regionali Guarda, Zanoni e dalla Senatrice Puppato in una nota congiunta: «Mantoan pretende di rovesciare la frittata chiedendo che sia il ministero a chiarire su quali basi scientifiche ha ritenuto di basare le sue dichiarazioni: dovrebbe essere lui invece a rendere conto sulla fondatezza scientifica delle scelte operate in questi mesi. Nel frattempo - concludono Guarda e Zanoni, assieme alla Senatrice Laura Puppato - prendiamo atto che pure i NAS vogliono vederci chiaro: in attesa di capire l’esito del lavoro degli inquirenti, ci sembra evidente che i vertici politici e tecnici della Regione abbiano combinato un pasticcio vergognoso su una vicenda delicatissima che coinvolge in maniera pesante la salute di migliaia di persone. Davvero una pagina nerissima per il Veneto».


   

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