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Cronaca

Sos turismo, Di Dio: "La citt troppo cara"

Allarme dal Comune. Le associazioni: "La politica manca di progettualit"

“L’ho detto più volte e sto portando avanti questa battaglia da due anni: Verona rischia un’implosione sotto il profilo turistico. Bisogna calmierare i prezzi”. A lanciare l’allarme è Vittorio Di Dio, assessore al Turismo sociale e alle Pari opportunità scaligere. Secondo l’esponente di palazzo Barbieri le colpe sono da imputare esclusivamente al caro-prezzi avanzato da alcuni esercenti e albergatori scaligeri, che in questo modo “compromettono lo sviluppo di una città che, attualmente, necessità di una spinta in più a livello competitivo con le altre città turistiche. Fortunatamente si tratta di casi sporadici che comunque incidono sull'afflusso costante di turisti”.

A fare da contraltare alle dichiarazioni di Di Dio, insorge il consorzio di Verona TuttIntorno, che, per voce del membro del Cda, Sergio Cucini, si scaglia contro le ultime affermazioni dell’assessore. Qualche giorno fa, infatti, si era innestata la polemica circa le camere d’albergo in città, ritenute “troppo care e svilenti per il turista mordi e fuggi”. “Proprio in occasione del Vinitaly di due anni fa- continua Di Dio- lanciai l’allarme e portai a documentazione alcune ricevute di pagamento rilasciate da altri alberghi del territorio nazionale e europeo. Ora anche l’assessore Corsi ha avuto modo di toccare con mano la disparità di prezzi”. Usa termini come “scandaloso” e “surreale”, l’assessore al Turismo ma precisa anche che “in Comune le porte sono aperte per eventuali accordi e intese che possano riunire le esigenze degli esercenti, quelle dei turisti e quelle della città stessa. Non è possibile mantenere una situazione così: alcune sparute minoranze di albergatori, in occasione di importanti fiere nazionali, cercavano di speculare sulla presenza di numerosi turisti in centro e passavano da una tariffa di 70 euro per notte a una cifra spaventosa di 320 euro per un singolo soggiorno”.

Inviti che sembrano non placare le ire degli albergatori, che secondo le ultime notizie si avvicinano ad una riduzione superiore al 10 percento delle tariffe finora apllicate. Come precisa lo stesso Cucini: “Il libero mercato implica che durante i periodi di bassa stagione si riesca ad abbassare i prezzi, ma in alta stagione, come dappertutto, si tenta di rientrare nei bilanci e parificare le entrate”. Ma le colpe, secondo l’esperto, sono da imputare principalmente alla “incapacità della politica di favorire l’afflusso turistico. La mancanza di progettualità da parte delle amministrazioni locali sono compromettenti a dir poco. E gli assessori Di Dio e Corsi, purtroppo, pensano di più alla loro visibilità politica che al bene turistico cittadino. La loro competenza in tema di promozione turistica è estremamente flebile e le loro dichiarazioni danneggiano sia le associazioni di categoria che la città stessa. Da questa baruffa politica non ne uscirà nulla di buono”.

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