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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Soldi in cambio di protezione dalle multe, vigile arrestato

In manette Pietro Giaquinto, agente 46enne, e il socio 26enne Asik Arben con l'accusa di concussione

Si presentava come l'uomo della provvidenza con le conoscenze giuste. Una sorta di manna dal cielo per chi si ritrova dall'oggi al domani sotto la minaccia di un'ingente multa dal Comune. Peccato che Pietro Giaquinto, agente di polizia municipale 46enne, non conoscesse nessuno e che il contenzioso con la pubblica amministrazione non esistesse. Una concussione bella e buona ai danni del proprietario cinese di un negozio in zona Veronetta, che si è sentito chiedere dal vigile 400 euro, poi effettivamente pagati, per risolvere la situazione.

LA DENUNCIA - Per fortuna la vittima della concussione non si è fatta abbindolare e a gennaio scorso ha denunciato l'episodio alla guardia di finanza, lamentadosi anche delle continue visite "minatorie" del vigile
al suo locale accompagnato da un socio di origini kosovare, Asik Arben, 26enne, che gestiva un’agenzia di sicurezza attiva sia nella città che nella provincia scaligera.

LE INDAGINI - Scattano le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle in stretta collaborazione con i vertici della polizia municipale. Durano molto tempo perché sono capillari e vengono condotte nella maniera tradizionale, con appostamenti, pedinamenti e domande a tappeto. Salta fuori che molti commercianti di Veronetta conoscono il vigile, che tra l'altro qualche anno fa era stato trasferito dal corpo di polizia giudiziaria per problemi disciplinari, e che le sue visite all'esercente vittima della concussione avevano l'obiettivo di ottenere somme di denaro in cambio di agevolazioni per il rilascio di permessi e per trovare la quadra nel contenzioso, millantato e mai esistito, sorto nel dicembre 2010 per mancata ottemperanza a ordinanze del sindaco in materia di orari di chiusura delle attività commerciali.

LE PRESSIONI - A tutto questo si aggiungevano pressioni finalizzate a imporre al commerciante la stipula di contratti con l'agenzia di sicurezza gestita dal socio kosovaro, finito in manette anche lui, al fine di "garantire" l'immunità da future contestazioni. Soprattutto durante un incontro in cui il 26enne si è presentato all'esercente nel suo locale accompagnato dai dipendenti dell'agenzia di sicurezza, sottolineando con fare intimidatorio come la mancanza di "copertura" da parte della sua agenzia avrebbe portato sicuramente a multe.

UN BLOCCHETTO PER LE MULTE FALSE - Il comandante della polizia municipale Luigi Altamura  ha spiegato che l’agente arrestato aveva denunciato lo smarrimento di un blocchetto per le contravvenzioni. Secondo la guardia di finanza è verosimile ritenere che Giaquinta usasse il blocchetto per fare finte multe e poi chiedere in cambio il pagamento di una somma per annullarle.

L'ARRESTO QUESTA MATTINA - Questa mattina gli agenti delle Fiamme Gialle hanno arrestato per concussione sia il socio sia l'agente di polizia municipale, mettendo così fine all'attività illecita. Ora si trovano al carcere di Montorio.

LE REAZIONI - "Per noi - ha dichiarato il comandante della Municipale Luigi Altamura - è importante che il Corpo sia sano e che sia stato estirpato il tumore che rappresenta questo gravissimo reato". Il comandante della guardia di finanza Bruno Biagi ha parlato di un "racket che prendeva di mira gli esercizi gestiti da stranieri. Finora è stato acclarato un fatto, con il pagamento di 400 euro, ma gli episodi sotto osservazione sono una decina". Il sindaco Flavio Tosi ha firmato l'ordine di sospensione dal servizio del vigile arrestato e il suo trasferimento ad altre mansioni fino a conclusione dell’indagine.

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