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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Borgo Trento / Piazza Arsenale

Il punto della situazione dopo l'approvazione del project financing per l'Arsenale

Il Comitato Arsenale nel corso di una conferenza stampa svoltasi la mattina di sabato 17 dicembre, ha ripercorso le tappe di una lunga vicenda, esponendo le posizioni dell'Amministrazione comunale e contestandone punto per punto i contenuti

Nel corso di una conferenza stampa, a replica di quando finora diffuso relativamente alle posizioni dell'Amministrazione comunale in seguito dell'approvazione del project financing per l'Arsenale, il Comitato Arsenale ha voluto riassumere così la propria posizione in merito alla lunga vicenda, della qule offre inizialmente una breve cronistoria:

Nel settembre del 2015 un privato (Rizzani De Eccher), dopo quasi quattro anni di tentativi, ha ritirato la propria proposta di finanza di progetto, anche se molto gradita all'Amministrazione comunale, forse perché si era dimostrata non sostenibile economicamente, di certo perché indifendibile, per gravi vizi di legittimità.

La proposta di finanza di progetto di un secondo privato (Italiana Costruzioni) è stata approvata dal Consiglio Comunale lo scorso 30 novembre. Secondo tale proposta, la palazzina comando verrebbe destinata ad attività congressuali ed espositive, la Corte Est in parte a scuola dell’infanzia ed asilo nido, in parte a bar e ristoranti ed attività commerciali; la Corte Ovest a spazi museali (parte del Museo di Storia Naturale) ed attività direzionali; la Corte centrale a piccole attività commerciali, oltre che a bar e ristoranti.

L'Amministrazione comunale intende bandire al più presto la gara ed assegnare i lavori prima delle elezioni della prossima primavera. E questo senza ancora un parere di legittimità, richiesto all'Autorità Nazionale Anticorruzione e non ancora espresso, e senza che sia ancora perfezionata la necessaria variante urbanistica per la quale bisogna aspettare ancora un paio di mesi. Nel frattempo la macchina della propaganda si è attivata per "illudere" i cittadini cercando di dimostrare la positività della proposta.

LA POSIZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE - All'interno di una lettera inviata dal Sindaco Tosi alla seconda Circoscrizione in data 12 dicembre 2016, è possibile ritrovare espresse le motivazioni del Comune che sono così riassumibili: in merito ai finanziamenti, il recupero dell’Arsenale può essere effettuato solo attraverso un unico progetto e, quindi, il progetto di finanza è l'unica strada percorribile perché il Comune non dispone delle somme necessarie, pari a circa 45 milioni di euro. Non è neppure possibile ottenere finanziamenti statali ed europei; su questo punto il Sindaco Tosi si dice sicuro e "sfida chiunque a provare il contrario".

Secondo la linea espressa dall'Amministrazione il contributo pubblico (14,45 milioni di euro) è inferiore al massimo previsto dalla legge (30%) e gli impegni finanziari del Concessionario (nei 50 anni della durata della concessione) ammonteranno a 120 milioni di euro a fronte di un corrispettivo a carico del Comune, nello stesso periodo, pari a solo il 14% di tale somma.

In merito ai tempi necessari per i lavori, questi ultimi potrebbero essere completati entro il 2021 (circa 4 anni), mentre i lavori parziali che il Comune sostiene di poter realizzare direttamente con i soldi a propria disposizione comporterebbero un tempo di 5 o 6 anni. Sul tema "inquinamento", invece, l’attività di bonifica ambientale risulterebbe essere a carico del Concessionario, che, solo in caso di superamento delle previsioni di spesa, potrà chiedere che venga riequilibrato il Piano Economico Finanziario.

Infine sulla qualità del progetto, è soprattutto la grande architettura in vetro posta a copertura della corte centrale, il “Parco dell’Arte Contemporanea”, l’elemento determinante che dovrebbe costituire un grande attrattore sia per i Veronesi che per i turisti. I dodici esercizi commerciali, ivi previsti, avranno una superficie complessiva di vendita di soli 2.070 m² e, essendo totalmente indipendenti, secondo l'Amministrazione, non costituiranno un effettivo “centro commerciale”.

LA POSIZIIONE DEL COMITATO ARSENALE - Il Comitato, in collaborazione con il FAI, con Italia Nostra e Legambiente, oltre a numerosi volontari, ha raccolto oltre 20.800 firme di cittadini di tutte le età che vogliono che l’Arsenale resti di proprietà pubblica, che vi sia allocato tutto il Museo di Storia Naturale, che non sia realizzato un nuovo ulteriore Centro Commerciale.

Rispondendo a quanto prima elencato nelle motivazioni del Comune, gli esponenti del Comitato Arsenale tengono a precisare che il Comune, per quanto concerne i finanziamenti, non ha mai voluto sviluppare una propria progettazione autonoma che avrebbe potuto essere realizzata per lotti. Ha voluto invece accettare la proposta di un privato e, a tal fine, non ha mai inserito l’Arsenale nella lista delle opere pubbliche anche se aveva incassato, fin dal 2012, 12 milioni provenienti dalla vendita del Palazzo del Capitanio. Nel caso in cui ciò non fosse stato fatto, sostengono gli esponenti del Comitato Arsenale, il Comune stesso sarebbe stato costretto a fare il progetto e la legge avrebbe impedito di accogliere la proposta del privato. Ma la scelta del Comune ha comportato anche che, per finanziare, ora nel 2016, la proposta del privato, è stato necessario togliere ben 12 milioni di euro di finanziamento ad opere interessanti in tutte le Circoscrizioni.

Sul tema dei finanziamenti statali ed europei, risulterebbe essere falsa, secondo gli esponenti del Comitato Arsenale, l’affermazione che il Comune non avrebbe avuto modo di ottenerne alcuno:

Nel 2015 vi sono state 3 gare cui il Comune non ha voluto partecipare. Per ora, infine, non è dimostrato neppure che il contributo di circa 15 milioni che verrebbe dato al privato sia legittimo, tant’è che la delibera del Consiglio Comunale subordina la propria efficacia ad un parere positivo della Autorità Anticorruzione (parere richiesto ma non ancora ottenuto).

Ma cosa potrebbe fare il Comune con 15 milioni? Secondo il Sindaco Tosi “si arriverebbe a completare la bonifica e una parte dei lavori di consolidamento e restauro del compendio, senza però garantire l’utilizzo di nuovi spazi, ma solo mantenendo in funzione quelli nella Palazzina Comando”. L’ottimismo esternato nei riguardi della proposta del privato, diventa qui un grande pessimismo nella capacità del pubblico di fare l’intervento in proprio. Secondo noi invece, la somma disponibile consentirebbe la bonifica, la messa in sicurezza di tutto il complesso con la realizzazione di finiture semplici (analoghe a quelle del capannone della Corte Est già oggi intensamente sfruttato) ed il completamento di una parte minore degli edifici. Tutto l’Arsenale potrebbe essere utilizzato dalla cittadinanza e negli anni progressivamente (in Italia ci sono esempi positivi al riguardo) si potrebbe proseguire con questo iter virtuoso.

Da diverso tempo il Comitato Arsenale ha proposto che il progetto preveda il trasferimento all’Arsenale di tutto il Museo di Storia Naturale (circa il 50% della superficie dell’Arsenale) e la realizzazione di un centro polifunzionale socio-culturale, comprensivo dei necessari esercizi pubblici, nella restante parte. In questo modo non sarebbero del tutto escluse compartecipazioni dei privati, ma ciò dovrebbe avvenire con la regia e la gestione complessiva da parte del Comune, in modo da consentirne l’equilibrio economico. L'accusa rivolta dal Comitato Arsenale nei confronti dell'Amministrazione è dunque quella di aver deciso di non elaborare una propria idea di sviluppo e di aver accettato con troppa condiscendenza le idee di un privato, senza produrre o quantomeno lasciare spazio anche a un confronto serio e reale con la città.

In merito ai tempi di realizzazione, l’intervento diretto del pubblico potrebbe, in effetti, anche secondo gli esponenti del Comitato Arsenale, comportare qualche allungamento, ma altresì sono giudicati "francamente ottimisti" quelli previsti per l’intervento privato, rendendo così equiparabile la durata dei due percorsi alternativi.

La polemica si inasprisce quando si tratta di affrontare il tema dell'"inquinamento". Gli esponenti del Comitato sostengono infatti che "il Comune, per sua stessa ammissione, sia a conoscenza della presenza di inquinamento dei suoli da quasi tre anni. Come mai non si è attivato a fare un serio piano di caratterizzazione dei terreni ed un progetto di bonifica (di costo sicuramente contenuto) che avrebbe, per lo meno, consentito una quantificazione degli oneri attendibile e, quindi, avrebbe permesso di eliminare una variabile pericolosa nella procedura con il privato, che si è riservato il diritto di modificare, ove necessario, il Piano economico Finanziario?".

Infine, per quanto concerne la qualità del progetto, ad essere contestata dal Comitato è direttamente la scelta della copertura in vetro, giudicata "non solo architettonicamente discutibile, nel contesto in cui verrebbe inserita", ma anche "molto costosa e da ricollegarsi alla necessità di valorizzare il Centro Commerciale che verrebbe realizzato nella Corte centrale".

A ballare secondo gli esponenti del Comitato sarebbero inoltre anche i numeri relativi alla superficie dei negozi: "È un errore affermare che si tratta di dodici negozi di piccole dimensioni, con una superficie di vendita di soli 2.070 m² (che, comunque, non sono pochi, costituendo “un medio centro commerciale”). Lo spazio commerciale previsto dal progetto è di circa 5.800 m², comprensivi sia della superficie di vendita che degli eventuali depositi annessi. Questa è la superficie urbanistica di cui tenere conto, come esplicitamente affermato anche dagli uffici comunali competenti nei pareri resi. La legge regionale è chiarissima (L 50/12, art. 3) nel definire quanto sopra “grande centro commerciale” ed appare bizzarra l'affermazione del Sindaco Tosi che, negando tale realtà, considera indipendenti le varie attività in quanto 'senza servizi comuni ed ognuno con l’accesso dalla prospiciente corte'. Forse, nei centri commerciali esistenti, dove i percorsi coperti, a volte, sono considerati spazi pubblici, i singoli negozi hanno ingressi comuni? E questo grande centro commerciale non è neppure supportato da uno studio del traffico accettabile, in quanto l’elaborato agli atti è quello commissionato ed allegato al precedente progetto Rizzani de Eccher, e che quindi non solo può essere superato per gli anni trascorsi, ma si riferisce ad un contesto sicuramente diverso".

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