Le tensioni che agitano i rapporti sindacali nazionali si riverberano anche a livello locale. Il risultato è che una bozza di piattaforma unitaria, in cantiere già da prima dell'estate, rimane chiusa nei cassetti delle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil da più di sei mesi. Senza sviluppi. Il progetto conteneva proposte ad ampio spettro, riguardanti la viabilità e il trasporto pubblico, i servizi sociali e la sanità, il mercato di lavoro e il rapporto con gli Enti locali. Il cambio di segretariato provinciale in Cgil, avvenuto a giugno, ha sicuramente influito. Ma i rapporti tra sindacati si sono raffreddati anche per la "guerra civile" tra iscritti che si combatte a colpi di lanci di uova anche nel nostro Nord-Est.

Dal canto suo, il neosegretario Cgil Michele Corso si dice disponibile a superare le divisioni nazionali: "Abbiamo bisogno di una piattaforma unica a livello locale. Sono disponibile ad incontrarmi entro pochi giorni con i dirigenti di Cisl e Uil per portare avanti il progetto". Scettica Lucia Perina, segretario Uil: "La disponibilità deve tradursi in fatti. E in tempi brevi, perché il mondo del lavoro non può più aspettare". Sotto la lente di ingrandimento l'atteggiamento della Cgil. Nel caso seguisse la linea "muscolare" di Epifani il rischio di rottura sindacale esiste. Con tanti saluti alla piattaforma unica. L'ormai prossimo insediamento di Susanna Camusso al comando della Cgil nazionale potrebbe però sparigliare le carte. "Ripongo molte speranze - spiega Massimo Castellani, segretario provinciale Cisl - nel cambio della guardia in Cgil. Potrebbe portare a un cambio di atteggiamento". Altrimenti la rottura diventerebbe inevitabile.