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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Siccità, collaborazione tra Veneto, Trento e Bolzano per gestire l'Adige

La bassa portata del fiume e la risalita del cuneo salino alla foce sono preoccupanti. I primi provvedimenti sono stati presi, ora si controlla se i primi effetti sono positivi

Il Veneto è in crisi idrica. Il provvedimento è in vigore da dieci giorni e durerà almeno fino alla metà del mese di maggio. La grave situazione è stata sottolineata dal consorzio di bonifica veronese ed è monitorata da tempo da Arpav e Regione.

Uno dei punti più critici evidenziati in regione è quello del fiume Adige che ha sofferto e soffre tuttora della siccità invernale e di questo inizio di primavera. La sua bassa portata e la risalita del cuneo salino alla foce sono preoccupanti e per questo in un incontro che si è svolto venerdì scorso, 21 aprile, insieme alle province di Trento e Bolzano e in accordo con gli enti gestori dei bacini idroelettrici a monte sono state concordate misure per il rilascio di una portata continua, per poter attingere acqua potabile nel tratto terminale del fiume.

Oggi, 24 aprile, si è tenuto un confronto in sede di Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del distretto idrografico delle Alpi orientali per monitorare l'efficacia delle misure finora adottate per fronteggiare la carenza idrica. L'incontro di oggi ha avuto lo scopo di rendere più funzionali i provvedimenti presi. Per questo, il tavolo per la crisi è stato riconvocato per mercoledì.

E anche il Movimento 5 Stelle veneto segue la problematica chiudendo da una parte che siano ascoltate tutte le categorie ma che tutti siano disponibili a fare dei sacrifici. "L'agricoltura dovrà fare dei sacrifici - ha dichiarato il consigliere regionale 5 Stelle Manuel Brusco - e dovrà farli anche l'industria. È necessario iniziare a fare i conti con questo problema e il comparto industriale dovrà diminuire l'uso della risorsa idrica, puntando alla conversione dei cicli produttivi. La collaborazione con il Trentino Alto Adige deve tener conto che le varie attività industriali e gli impianti di produzione di energia elettrica presenti in entrambe le regioni stanno causando una risalita del cuneo salino che sta mettendo in seria difficoltà l'agricoltura polesana, colpendo anche zone di produzione agricola d'eccellenza".

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