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Cronaca Bosco Chiesanuova

Siccità, foraggio scarso e pozze asciutte negli alpeggi. «Situazione drammatica in Lessinia»

Coldiretti Veneto: «Prati secchi costringono greggi e mandrie a spostarsi sempre più in alto, oppure nei boschi fuggire al caldo»

È emergenza siccità negli alpeggi veneti, con i pascoli che sono sempre più secchi e le pozze per abbeverare gli animali asciutte a causa della mancanza di pioggia e delle alte temperature. È quanto emerge da un recente monitoraggio della Coldiretti. «Una situazione drammatica sui pascoli in altura, che coinvolge il territorio bellunese, quello vicentino e la Lessinia - ha spiegato l'associazione regionale - con prati secchi che costringono greggi e mandrie a spostarsi sempre più in alto, o dentro nei boschi, per fuggire al caldo anomalo. Con le fonti d’acqua in affanno gli animali che rischiano di non avere da bere e in alcuni casi vengono dissetati da rifornimenti di emergenza trasportati con gli elicotteri, con le autobotti e con le cisterne trainate dai trattori».

Il problema è percepito anche nel Veronese dove, ad esempio, il sindaco di Bosco Chiesanuova Claudio Melotti ha messo a disposizione la vasca-cisterna in zona Malga San Giorgio per abbeverare il bestiame degli allevatori rimasti senza pozze d'acqua sugli alpeggi. Ma oltre alla Lessinia, si registrano difficoltà dovute al clima anche nel resto della regione, dall'Altopiano di Asiago fino alle Dolomiti, dalla Pedemontana alle Prealpi Trevigiane.
Molti imprenditori agricoli stanno valutando il ritorno a valle forzato e anticipato di diverse settimane per lo scarso approvvigionamento di acqua e del fieno necessario per sfamare gli animali. Ed è scattata la solidarietà fra gli agricoltori per ospitare pecore e bovini in stalle situate più in alto.
«La situazione dei pascoli in montagna è critica - ha aggiunto Coldiretti Veneto - e in diverse zone si sta procedendo anticipatamente con il secondo taglio di fieno, per salvare il salvabile, visto che dal punto di vista della quantità si sta raccogliendo il 40% del foraggio, che molte aziende sono costrette ad acquistarlo a prezzi altissimi, quando riescono a trovarlo».

Oltre che in pianura, dunque, gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire anche in montagna, con un profondo cambiamento del paesaggio, dai pascoli ai ghiacciai. La mancanza di acqua sta mettendo in crisi un sistema fondamentale per l’agricoltura e l’allevamento in montagna, mettendo a rischio produzioni tipiche, dai formaggi ai salumi. «Un patrimonio conservato nel tempo - ha concluso Coldiretti - grazie alle imprese che assicurano un impegno quotidiano per la salvaguardia delle colture agricole, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. Si tratta di una risorsa per l’Italia che può contare su un patrimonio di antiche produzioni agroalimentari tramandate da generazioni in un territorio unico per storia, arte e paesaggio che sono le principali leve di attrazione anche per quei visitatori italiani e stranieri che ogni estate affollano sentieri e boschi, pascoli e malghe alla scoperta della montagna».

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