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Cronaca Peschiera del Garda / Via Generale Dall'Ora, 15

Arrestata la "banda dell'oro rosso": razziavano le aziende di tutta la provincia veronese

Si stima che nel complesso i furti abbiano arrecato un danno di 150mila euro

Il nucleo operativo radiomobile dei carabinieri di Peschiera del Garda ha concluso un'importante operazione che ha coinvolto sei persone, in relazione a furti commessi in prevalenza sul territorio della provincia veronese, ma anche a Reggio Emilia e Frosinone. Si tratta di una banda che aveva preso di mira in particolar modo grosse aziende, prevalentemente in via di dismissione, di fatto riazziandole di materiali quali il rame dell'impianto elettrico, ma anche macchinari, mobili pregiati in ottone, ferro e tutto quanto potesse poi avere un valore commerciale. Dei sei individui coinvolti, tre sono stati rinviati a giudizio, di cui uno con divieto di dimora nella provincia di Verona, mentre per gli altri tre è stata invece disposta la misura cautelare in carcere. 

Carabinieri - Arresti operazione "Oro rosso"

Furti e danni alle aziende per 150mila euro

La "banda dell'oro rosso" era composta da tre cittadini italiani ed altrettanti romeni, i quali, dopo una lunga serie di furti compiuti, si stima abbiano recato un danno economico complessivo pari a circa 150mila euro. Le indagini da parte dei carabinieri di Peschiera sono iniziate intorno al mese di marzo 2018 e si sono concluse verso giugno dello stesso anno. Un'attività fatta di pedinamenti ed appostamenti, oltre che di intercettazioni telefoniche.

Il modus operandi

La banda si è scoperto fare capo a due fratelli di origine campana, entrambi di Napoli e uno dei quali residente da anni a Verona nel quartiere di Borgo Roma. I due fratelli erano poi soliti associarsi ad altri "collaboratori" per compiere i furti. Gli obiettivi della banda erano ditte in dismissione o appunto già dismesse, magari perché fallite, questo poiché consentiva ai ladri di aver minori controlli da temere e quindi maggiori garanzie di successo. Oltre a ciò, per gli stessi titolari delle ditte derubate, risultava molto complicato quantificare i danni e verificare l'elenco delle cose rubate, trattandosi spesso appunto di materiali degli impianti elettrici o simili. 

Intervista al comandante Beneduce della compagnia dei carabinieri di Peschiera del Garda

I due fratelli avevano in materia di furti una lunga esperienza, sul loro conto sono infatti poi risultati pendere diversi precedenti. La loro attività era ben nota alle famiglie, tanto che uno dei due, quello che aveva mantenuto la propria famiglia a Napoli, si sentiva molto spesso con la moglie, riferendole dettagliatamente le proprie "attività lavorative", diurne, con i vari sopralluoghi alle aziende prese di mira, e notturne, quando poi la banda passava con il furgone per compiere le razzìe. Di giorno si andava «a far preventivi», riferiva al telefono l'uomo parlando con la moglie, mentre di notte si andava «a faticare». Una sorta di linguaggio in codice che non ha comunque impedito ai carabinieri durante le intercettazioni di ricavare grandi vantaggi dalle tante informazioni rivelate dall'uomo alla moglie.

Le aree colpite

La banda guidata dai due napoletani e coadiuvata, a seconda dei casi da tre o quattro romeni, ha agito nella provincia veronese nei Comuni di San Pietro in Cariano, Sommacampagna, Bussolengo, Castagnaro, Oppeano e Nogara. I sodali romeni, tuttavia, una volta appresa l'arte e le tecniche, non si sono limitati a fare da supporto ai due italiani, bensì hanno anche loro compiuto una serie di furti con le medesime modalità anche in altre province. Così come gli stessi due napoletani, quando rientravano dai familiari, non era solo per delle semplici visite di "piacere", ma vi era anche il tempo per compiere piccole trasferte e nuovi furti. Tra le varie zone colpite al di fuori della provincia veronese, vi sono in particolare quelle di Correggio a Reggio Emilia, Fiorentino e Sant'Apollinare nella provincia di Frosinone.

Le ordinanze

Al termine delle indagine il gip ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a Montorio per un cittadino romeno dell'86 (D.I.), dell'italiano V.G. classe 1973 presso il carcere di Napoli Secondigliano e per V.C., italiano del '72 presso la casa circondariale di Vasto. A carico di P.M., romeno del '75, è arrivato il divieto di dimora nella provincia di Verona, mentre nel corso dell'attività investigativa i carabinieri hanno anche arrestato in flagranza di reato uno dei membri della banda, riuscendo a recuperare il bottino per un valore di 5mila euro circa. Parte della refurtiva, i componenti della banda erano soliti consegnarla a delle aziende specializzate nel recupero e smaltimento di materiale ferroso. In tali circostanze sono emerse alcune situazioni di connivenza, tuttora al vaglio dell'autorità giudiziaria veronese, tra ditte e gli accusati dei furti, mentre altre aziende erano del tutto estranee ed ignare della provenienza dei materiali.

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