Siamo quasi a fine anno scolastico ed ecco che, come ogni anno, si ripete il solito taglio del personale della scuola. Insegnanti e personale ATA tutti rigorosamente precari, si perchè chi va in pensione non viene sostituito da coloro che, da anni, aspirano ad un ruolo ben definito ma, si attuano spostamenti di personale da un Istituto ad un'altro, con la conseguenza che l'alunno si trova ad avere ogni anno un insegnante diverso con metodica di insegnamento ad personam.

Ben si conosce il livello scolastico in Italia, così come riferito dagli organi Europei che, classificano il nostro organismo scolastico agli ultimi posti. Quale sarà il futuro culturale dei nostri figli? E quello delle migliaia di insegnanti precari che si sentiranno dire: "Grazie, non abbiamo più bisogno". Stessa sorte per i precari ATA, in particolare i Collaboratori scolastici che, a causa del cosiddetto calo di iscrizioni alle scuole pubbliche, si dovranno sobbarcare il lavoro dei propri colleghi i quali, per raggiunti limiti di età, dovranno lasciare il loro posto, con conseguente limitazione delle mansioni ordinarie, della sicurezza degli alunni e dello stress psicofisico a cui saranno sottoposti.

Tutti questi precari, insegnanti e ATA, si ritroveranno dalla sera alla mattina senza una possibilità di lavoro ma, sempre pronti alla chiamata, il più delle volte non per professionalità ma, per simpatia delle segreterie scolastiche, è questo il rispetto delle persone? Già vengono umiliate nel periodo della chiamata annuale, al pari di quei lavoratori che ogni mattina si presentano in piazza attendendo il "Caporale", è questa la scuola che vogliamo, oppure è solamente una manovra per favorire la scuola privata? Si sente continuamente parlare che lo stato sociale è in difficoltà per i continui licenziamenti con elevati costi di disoccupazione, e lo Stato per i suoi dipendenti cosa fa, pensa bene di alimentarne le fila, quando finirà questa emoraggia disoccupazionale? Gli organi di tutela dei lavoratori dove sono?