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Cronaca Legnago / via Vincenzo Pareto

Scoperti a rubare rame in un'azienda chiusa, provano a farsi largo tra i carabinieri

Gli uomini dell'Arma di Legnago li hanno notati venerdì sera mentre si aggiravano vicino alla recinzione dell'ex ditta Latte Italiano, in via Vicenzo Pareto

Si stava avvicinando la sera quando, nella giornata di venerdì, un pattuglia della stazione di Legnago ha notato tre individui in via Vicenzo Pareto, in piena zona industriale. I tre, originari del nord Africa, si aggiravano intorno alla recinzione dell'ex ditta Latte Italiano, attualmente chiusa, fino a quando non si sono decisi a scavalcarla, per poi forzare la serranda d'ingresso e introdursi quindi nello stabilimento. 
I militari allora hanno deciso di intervenire e, dopo aver scavalcato a loro volta, hanno visto i malviventi armati cacciaviti, chiavi a cricchetto, torce e tronchesi, mentre erano intenti a strappare e distaccare i cavi di rame di un grande motore elettrico industriale. Vistisi scoperti, i marocchini, tutti in “trasferta” poiché residenti nella provincia di Brescia (Carpenedolo e Montichiari), hanno provato a scappare scagliandosi contro i carabinieri, che nel frattempo si erano posizionati nell’unica via d’uscita dello stabilimento, riuscendo a far cadere un militare ma non il secondo, giunto da poco a Legnago direttamente dalla Scuola Allievi di Roma il quale, grazie alla sua possente mole fisica, è riuscito a bloccarli tutti e tre e, con l’aiuto del collega prontamente rialzatosi ad ammanettarli.
Immediatamente è giunta la pattuglia della Radiomobile della Compagnia per prelevare i 3 criminali e portarli in caserma, dove sono stati dichiarati in arresto per rapina aggravata in concorso. I tre erano: D. A. M, nato in Marocco nel 1954 e residente a Carpenedolo (BS), pluripregiudicato per reati specifici; D. A. A. F., nato in Marocco nel 1973 e domiciliato a Carpenedolo (BS) pluripregiudicato per reati specifici; A. H. H., nato in Marocco nel 1971 e domiciliato in Montichiari (BS), anch'esso pluripregiudicato per reati specifici. 
Successivamente, dopo le relative verbalizzazioni e fotosegnalamenti, sono stati accompagnati al carcere di Verona dove oggi sono stati convalidati i provvedimenti restrittivi e inviati agli arresti domiciliari in attesa del processo.

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