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Cronaca Porto San Pancrazio / Via Galileo Galilei

Anche i tassisti veronesi in sciopero: "Spiazzati da una concorrenza sleale"

Dalla loro parte si è schierata Confcommercio Verona. Il presidente Paolo Arena: "Le piattaforme telematiche devono essere un mezzo attraverso cui sviluppare l'attività e vanno urgentemente normate"

Gli ultimi tentativi a livello nazionale di evitarlo non sono andati a buon fine e così oggi, 21 novembre, fino alle 22 i taxisti italiani hanno scioperato. Una protesta organizzata in poche ore, dato che le trattative al ministero dei trasporti sono durate fino alla serata di ieri, 20 novembre. Nonostante lo scarso preavviso pare che alta sia stata l'adesione anche nel veronese dove la Confcommercio si è apertamente schierata dalla parte dei tassisti e dei ncc (noleggio con conducente).

Il principio della concorrenza è sacrosanto e quanto sta avvenendo nel settore del trasporto delle persone è gravissimo - ha dichiarato il presidente di Confcommercio Verona Paolo Arena - Le piattaforme telematiche devono essere un mezzo attraverso cui sviluppare l'attività e vanno urgentemente normate, altrimenti il mercato finirà in mano a realtà estere, tagliando fuori le imprese locali, cancellando il concetto di territorialità, alimentando la fuoriuscita di capitali dal Paese. Vogliamo fare come nel turismo, dove tutto ormai è in mano a portali stranieri. Il cliente deve assolutamente rimanere al soggetto che offre il servizio, non è tollerabile la continua elusione e fuga di capitali all’estero. È una battaglia fondamentale per le nostre imprese, in balia di un avversario invisibile che toglie lavoro e ricchezza.

La battaglia è dunque contro la concorrenza sleale di piattaforme come Uber, ma anche contro le norme sul car pooling all'esame del Parlamento.

In questo momento - ha spiegato Mirco Grigolato, dell'unione radio taxi Verona - siamo spiazzati perché le piattaforme tecnologiche non sono soggette a controlli mentre noi dobbiamo seguire regolamenti statali, leggi regionali, tariffari, controlli del turno. Una disparità enorme e inaccettabile. Nel momento in cui un soggetto che fa il mio lavoro non è soggetto alle stesse norme, può applicare tariffe diverse dalle mie. Con effetti disastrosi sul tessuto economico e sociale: così si rischia di far sparire l'imprenditoria locale che fa lavorare le persone sul territorio.

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