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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Bra

8 marzo, sciopero femminista di "Non Una Di Meno". Corteo da piazza Bra

La sezione veronese della rete: "Scioperiamo contro le discriminazioni, le norme di genere, i ruoli sociali imposti, ma anche contro la violenza economica e la precarietà"

Anche la sezione veronese della rete femminista "Non Una Di Meno" ha raccolto l'appello per uno sciopero globale delle donne indetto in occasione dell'8 marzo. Quest'anno sono più di 70 i paesi del mondo in cui le donne torneranno a incrociare le braccia.

Scendiamo in piazza perché vogliamo che il #metoo diventi #wetoogether: le molestie e le violenze subite dalle donne nelle case, nei luoghi di lavoro, negli spazi pubblici non sono casi isolati, ma manifestazioni di una violenza strutturale che non esitiamo a definire maschile e patriarcale - riferisce Non Una Di Meno Verona - Scendiamo in piazza perché le storie di ciascuna di noi possano diventare forza collettiva per ribaltare la cultura in cui viviamo. Pretendiamo una trasformazione radicale non solo dei rapporti di potere tra i sessi ma anche dei rapporti economici: scioperiamo contro le discriminazioni, le norme di genere, i ruoli sociali imposti, ma anche contro la violenza economica e la precarietà. Vogliamo autonomia di scelta sui nostri corpi e sulle nostre vite, libertà di muoverci e di restare contro la violenza del razzismo istituzionale e dei confini. Ci opponiamo a qualsiasi retorica che utilizzi i nostri corpi per giustificare politiche razziste, securitarie e fasciste, convinte che le società libere le facciano le soggettività che liberamente le attraversano. Scioperiamo dai lavori non riconosciuti e di cura che ogni giorno svolgiamo nei luoghi pubblici e privati. Rivendichiamo un reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo e un welfare universale, garantito e accessibile.

Il corteo partirà alle 17.30 da piazza Bra, si concluderà a Veronetta (piazza Isolo) e durante la manifestazione saranno rinominate tutte le vie attraversate perché "vogliamo - scrivono - liberare le strade di Verona dall'egemonia di una storia prettamente maschile, risignificandole con la nostra presenza e la nostra storia femminista".

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