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Cronaca Zai / Viale del Lavoro

Fronte del porto: illegittimi gli scioperi dal 15 al 20 ottobre. Il venerdì nero della protesta contro il green pass

La Commissione di garanzia sciopero chiede la revoca degli scioperi valutati illegittimi. Ma da Trieste a Roma si teme il blocco del Paese nella giornata del 15 ottobre quando il certificato verde sarà obbligatorio per accedere ai lavoro

«Con riferimento agli scioperi generali in oggetto, rispetto ai quali la Commissione ha espresso una valutazione di illegittimità, si ritiene opportuno segnalare che le annunciate modalità di attuazione degli stessi, per la loro unicità e senza precedenti nell'esperienza attuativa della legge n. 146 del 1990 e successive modificazioni, destano particolare preoccupazione, per il possibile verificarsi, alla luce del delicato contesto sociale, di gravi comportamenti illeciti». È questo il contenuto della nota urgente inviata dalla Commissione di garanzia sciopero alla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, relativamente agli scioperi generali proclamati dalla Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali e dalla Confederazione Sindacati Autonomi Federati Italiani dal 15 al 20 ottobre 2021.

​Nuovo sciopero generale dei dipendenti pubblici e privati anche a Verona dal 15 al 20 ottobre

Tra i motivi di illegittimità individuati dalla Commissione con riferimento ai suddetti scioperi in programma da domani, giorno in cui in tutta Italia diverrrà operativo l'obbligo di green pass per accedere ai luoghi di lavoro, vi sono i seguenti: il «mancato rispetto del termine di preavviso, di cui all'articolo 2, commi 1 e 5 della legge n. 146 del 1990 e successive modificazioni», nonché il «mancato rispetto della regola della rarefazione oggettiva, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge n. 146 del 1990 e successive modificazioni, nonché della delibera n. 93/134 sopra richiamata, con riferimento ai suddetti scioperi generali precedentemente proclamati per il giorno 11 ottobre 2021». L'invito dunque che la Commissione di garanzia sciopero rivolge alla Segreteria nazionale della Confederazione Sindacati Autonomi Federati Italiani è quella di «revocare lo sciopero proclamato», dandone comunicazione anche alla stessa Commissione.

Nel frattempo gli eventuali segnali di distensione sembrano non arrivare, al contrario è massima l'incertezza circa la giornata di venerdì 15 ottobre che potrebbe rivelarsi alquanto problematica. Il settore più a rischio appare essere quello della logistica, ma anche nel mondo dei trasporti c'è grande fibrillazione, senza contare le manifestazioni annunciate ed i sit-in di protesta spontanei che potrebbero sorgere tanto nei luoghi di lavoro, quanto nelle piazze delle principali città italiane. Da Trieste a Roma, quella di domani si preannuncia dunque come una "giornata campale" ed il timore è ovviamente quello che la situazione possa nuovamente degenerare sotto il profilo dell'ordine pubblico, così come accaduto sabato 9 ottobre nella Capitale. Dal canto suo la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha sottolineato ieri «la necessità che nel prossimo e impegnativo periodo - connotato dalla prosecuzione delle manifestazioni di protesta collegate alle misure governative di contenimento della diffusione del Covid-19 e dallo svolgimento del G20 a Roma - le forze di polizia intensifichino le attività di prevenzione delle possibili cause di turbativa». All'esito del Comitato Nazionale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica svoltosi al Viminale, si è infatti deciso «il rafforzamento dei dispositivi di osservazione e di vigilanza del territorio e degli obiettivi sensibili nonché dei servizi di monitoraggio dei siti web e dei social network, anche per garantire a tutti la libertà di manifestare pacificamente e nel rispetto delle regole».

Restano però sul piede di guerra ad esempio i portuali di Trieste, verso i quali il Viminale pare abbia nelle scorse ore mosso dei passi alla ricerca di un compromesso, di fatto sollecitando la creazione di punti tampone gratuiti per consentire l'accesso al lavoro anche a chi il green pass ancora non lo abbia ottenuto via vaccinazione perché non intende sottoporvisi. Una mossa quella del ministero dell'Interno che ha inevitabilmente sconcertato e creato grandi polemiche, poiché nei fatti parrebbe sconfessare la linea di fermezza del governo. I tamponi gratuiti per accedere ai luoghi di lavoro sarebbero probabilmente dovuti essere annunciati un mese fa e per chiunque, questo sarebbe stato un "vero" compromesso per gli irriducibili ostili al vaccino anti Covid. Al contrario, oggi, la proposta che è stata rispedita al mittente "senza se e senza ma", pare infatti arrivare fuori tempo massimo e, peraltro, essendo limitata ai soli portuali di Trieste, risulta essere anche un esplicito segnale di debolezza da parte del Viminale, se non dell'intero governo, dinanzi alla "forza contrattuale" dei portuali stessi.

È chiaro, infatti, che se i numeri fossero confermati, circa il 40% dei portuali a Trieste non vaccinato e deciso a scioperare ad oltranza rifiutando di ottenere il green pass anche fosse attraverso tamponi gratis da ripetere ogni 48 ore, sono un dato economico e politico che preoccuperebbe qualsiasi governo. In caso poi di emulazione anche in altre città portuali, si pensi ad esempio a Genova o Gioia Tauro giusto per citare località di cui si parla nelle ultime ore, la situazione della logistica in Italia rischierebbe di avere ricadute importanti anche su altre aziende che, paradossalmente, avrebbero invece al loro interno una situazione in regola con la normativa sul green pass. Il portavoce dei portuali di Trieste, Stefano Puzzer, ha confermato ieri all'Huffington Post con parole molto dure il blocco del 15 ottobre in vista dell'entrata in vigore dell'obbligo del green pass per l'accesso al lavoro: «L'unica apertura che possono avere nei nostri confronti è togliere il green pass. Il blocco di venerdì è confermato, ci saranno sorprese perché non si fermerà solo il porto di Trieste. Anche quello di Genova? Non mi fermerei a quello di Genova, quasi tutti i porti si fermeranno».

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