Chiama il 118 perché la convivente era caduta. In realtà l'aveva picchiata
È successo a San Giovanni Lupatoto. Sul posto non è giunta solo l'ambulanza, ma anche i carabinieri che hanno denunciato l'uomo per lesioni personali e maltrattamenti in famiglia
Il vero risultato non è stato l'arresto, ma l'aver evitato che una situazione potenzialmente tragica degenerasse. È stato questo il commento dei carabinieri di Verona, in seguito all'arresto avvenuto alle 2 della notte di ieri, 6 giugno, in un'abitazione di San Giovanni Lupatoto. L'uomo arrestato è un cittadino italiano, classe '79, che dall'aprile del 2017 conviveva con una donna di origine rumena, classe '84. I reati contestati all'arrestato, attualmente rinchiuso nel carcere di Montorio, sono maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. E l'arresto è in fase di convalida.
La ricostruzione dei militari comincia nella notte tra il 5 e il 6 giugno quando l'uomo chiama il 118, chiedendo soccorso medico per la convivente. Al telefono, l'uomo parla di una caduta accidentale e di una ferita alla testa della donna da cui esce molto sangue. La storia dell'uomo non sembrava molto convincente e così, oltre all'ambulanza, all'abitazione si dirigono anche i carabinieri. I militari parlano con lui e si accorgono che è visibilmente alterato dall'alcol. L'uomo straparlava e continuava a raccontare una versione dei fatti poco credibile. A combaciare di più con l'evidenza dei dettagli accertati dai carabinieri era la versione raccontata dalla donna. Lei ha dichiarato che il compagno era ubriaco e che per futili motivi i due hanno cominciato a litigare in soggiorno. La convivente ha cercato riparo in camera, dove l'uomo l'ha raggiunta e l'ha colpita con un pugno al volto e poi con schiaffi. E i segni che la donna portava sul volto avvaloravano il suo racconto.
L'episodio avvenuto l'altra notte non è stato però l'unico. Già nell'agosto del 2017, la donna aveva denunciato l'uomo per lesioni (denuncia poi ritirata). In quell'occasione la prognosi per le lesioni era stata di 6 giorni, mentre per le ultime violenze subite la prognosi è di 4 giorni. Questi episodi e la condizione psicologica della donna di costante timore hanno fatto ipotizzare ai militari, oltre al reato di lesioni, anche quello di maltrattamenti in famiglia.