Sale sull'autobus e semina il terrore con un coltello
Ieri verso le 19 un uomo di mezz'et salito su un pullman in via Corsini e ha minacciato l'autista
Il motivo per cui un uomo tra i trenta e i quarant'anni abbia deciso di seminare il terrore in un autobus di linea ieri sera rimane un mistero. O meglio, sicuramente l'alcol e la droga ci hanno messo lo zampino. I suoi pensieri, quando alle 19.00 ha deciso di salire sull'autobus in via Corsini a Borgo Venezia, probabilmente non seguivano una logica normale. Fatto sta che appena l'uomo è entrato, visibilmente alterato, ha tirato fuori un coltellino e ha iniziato a tagliare le manopole cui i passeggeri si appendono durante il viaggio.
Dopo averne rovinate due o tre si è diretto verso l'autista, minacciandolo sempre con l'arma da taglio in mano. In quel momento il dipendente Atv ha aperto le porte per far scendere i passeggeri. Per tutta risposta l'aggressore ha spintonato e forse colpito con un pugno un uomo prima che scendesse. Successivamente, trovatosi ormai solo nell'autobus, ha deciso di squagliarsela e dileguarsi per le vie di Borgo Venezia. I poliziotti, infatti, quando sono arrivati sul posto non l'hanno più trovato.
Per lui le ore prima della cattura potrebbero essere contate. Gli inquirenti, infatti, possono contare su una testimonianza precisa dell'autista, secondo cui l'aggressore sarebbe italiano, e sulle telecamere a circuito chiuso montate nel pullman. Il malvivente è accusato di danneggiamento e minacce aggravate.
Dopo averne rovinate due o tre si è diretto verso l'autista, minacciandolo sempre con l'arma da taglio in mano. In quel momento il dipendente Atv ha aperto le porte per far scendere i passeggeri. Per tutta risposta l'aggressore ha spintonato e forse colpito con un pugno un uomo prima che scendesse. Successivamente, trovatosi ormai solo nell'autobus, ha deciso di squagliarsela e dileguarsi per le vie di Borgo Venezia. I poliziotti, infatti, quando sono arrivati sul posto non l'hanno più trovato.
Per lui le ore prima della cattura potrebbero essere contate. Gli inquirenti, infatti, possono contare su una testimonianza precisa dell'autista, secondo cui l'aggressore sarebbe italiano, e sulle telecamere a circuito chiuso montate nel pullman. Il malvivente è accusato di danneggiamento e minacce aggravate.