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Guerra in Ucraina, la Russia alza i toni contro l'Italia: in caso di altre sanzioni «conseguenze irreversibili»

Si fanno minacciose le parole che giungono dalla Federazione Russa nei confronti del nostro paese. Guerini: «È propaganda». In Veneto cresce la preoccupazione di Coldiretti per il settore agroalimentare alle prese con lo spettro della stagflazione dovuta alle speculazioni in un clima di «finanza di guerra»

La guerra prosegue incessante anche oggi in Ucraina, dove un nuovo allarme anti aereo è risuonato in particolare a Leopoli a partire dalle 11.30 circa, quando la città era nel bel mezzo delle sue attività con strade piene di cittadini residenti. Gli abitanti sono quindi stati immediatamente invitati a trovare riparo nei rifugi e a non restare nelle proprie case. Nel frattempo, un altro generale russo sarebbe caduto in battaglia: si tratterebbe del generale Andrei Mordvichev, morto nella città di Chernobayevka in seguito a colpi di artiglieria, almeno stando a quanto affermato dall'esercito ucraino in un post su Facebook citato dalla Bbc. Il presidente ucraino Zelensky ha poi confermato che 130 persone sono state finora salvate dal teatro bombardato di Mariupol e che lo operazioni di soccorso stanno proseguendo. Diverse centinaia di civili avevano infatti trovato rifugio nella struttura, quando mercoledì è però poi stata bombardata. Ad oggi non vi sarebbero notizie certe in merito ad eventuali vittime in seguito al brutale attacco. 

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Le minacce all'Italia della Russia e la replica della Difesa e della Farnesina

Notizia importante di oggi che riguarda invece da vicino il nostro paese è l'inasprirsi della tensione con la Federazione Russa. Sono infatti giunte nemmeno poi troppo velate minacce, al contrario piuttosto esplicite, da parte del direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo Alexei Paramonov nei confronti dell'Italia: «Le sanzioni non sono una nostra scelta. Non vorremmo che la logica del ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire, che ha dichiarato la "totale guerra finanziaria ed economica" alla Russia, trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili».

Affermazioni che ovviamente ricordano a tutti come l'Italia, per scelte passate di politica energetica che oggi si rivelano in tutta la loro pochezza, sia a doppio filo legata proprio alla Federazione Russa. Lo stesso Alexei Paramonov, citato dall'agenzia Ria Novosti, ha aggiunto: «Ci aspettiamo che a Roma, come in altre capitali europee, tornino comunque in sé, ricordino gli interessi profondi dei loro popoli, le costanti pacifiche e rispettose delle loro aspirazioni di politica estera».  Paramonov ha quindi aggiunto: «Mosca non ha mai utilizzato le esportazioni di energia come strumento di pressione politica. Le compagnie energetiche russe hanno sempre adempiuto pienamente ai loro obblighi. Continuano a farlo anche adesso».

Il ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini non è apparso particolarmente preoccupato: «Non diamo peso alla propaganda. Incoraggiamo invece ogni passo politico e diplomatico che metta fine alle sofferenze del popolo ucraino. L'Italia è a fianco dell'Ucraina e continuerà ad esserlo», ha aggiunto lo stesso ministro Guerini. Gli ha poi fatto eco una nota della Farnesina che «respinge con fermezza le dichiarazioni minacciose di Paramonov», invitando il ministero degli Esteri russo ad «agire per la cessazione immediata dell'illegale e brutale aggressione nei confronti dell'Ucraina, che la Farnesina condanna fortemente». La stessa nota del ministero degli Affari Esteri italiano poi ribadisce: «L'Italia, con i partner europei ed internazionali continuerà a esercitare ogni pressione affinché la Russia torni nel quadro della legalità internazionale». Anche lo stesso premier Mario Draghi ha espresso vicinanza al ministro della Difesa italiano: «Esprimo piena solidarietà al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, vittima di attacchi da parte del governo russo. Il ministro Guerini e le forze armate sono in prima linea per difendere la sicurezza e la libertà degli italiani. A loro va il più sentito ringraziamento del governo e mio personale».

Spetto stagflazione per il settore agroalimentare

Non vi è però solamente il tema dell'approvvigionamento energetico ad impedire che in Italia si dormano sonni tranquilli. Giusto ieri, venerdì 18 marzo, i dirigenti di Coldiretti Veneto hanno incontrato l'assessore regionale all'agricoltura Federico Caner per affrontare le questioni strategiche che interessano il settore agroalimentare. Sul tavolo di confronto il documento di Coldiretti Veneto: «L'impatto del conflitto russo-ucraino non può essere sottovalutato e deve essere monitorato con molta attenzione al fine di individuare e concordare  soluzioni che possano in qualche modo rallentare gli effetti negativi», è stato evidenziato in apertura dei lavori da Marina Montedoro, direttore regionale, che nell’introduzione ha proseguito facendo un quadro della situazione di crisi in cui versa il settore. 

«Dall’inizio dell’inverno scorso - ha continuato Marina Montedoro - il clima di fiducia dei consumatori si stava riaffermando dopo le due critiche annate caratterizzate dal Covid, e stava spingendo ad una ripresa della domanda che ha favorito la ripresa dei consumi. Come prima e naturale conseguenza si è determinato un aumento generalizzato dei prezzi dei prodotti primari a livello mondiale, che stava contribuendo in modo importante anche alla ripresa al comparto agricolo. La successiva fase però unitamente all’inizio dell’invasione in Ucraina, ha visto un repentino e drammatico aumento dei costi energetici e dei principali fattori di produzione, in questi giorni oramai incontrollato, che oggi rischia di vanificare quel processo di ripresa e di fiducia che si stava consolidando. In campo anche le speculazioni mondiali in un clima di "finanza di guerra" che rischiano di avviare una fase di stagflazione (inflazione con contemporanea stagnazione dei consumi) che avrà come conseguenza la riduzione del potere di acquisto della gran parte dei consumatori».

Si tratta di quelle che la stessa Marina Montedoro definisce senza tanti giri di parole delle «prospettive allarmanti per quanto riguarda il patrimonio agroalimentare veneto che vale 6 miliardi di fatturato prodotto dal lavoro di oltre 60mila aziende agricole che animano una agricoltura altamente specializzata, leva di un sistema produttivo ai vertici nazionali per standard qualitativi e distintività». Dal canto suo, l'ass. all’Agricoltura della Regione del Veneto Federico Caner ha detto: «A livello regionale intendiamo individuare e sostenere tutte quelle soluzioni che potrebbero rallentare gli effetti negativi prodotte dalle due annate Covid e dalla crisi in Ucraina. Dai seminativi, per i quali sosteniamo la necessità di utilizzare i terreni a riposo per limitare al massimo le importazioni, passando poi al sostegno del vitivinicolo pensando a iniziative capaci di contrastare la diffusione della flavescenza dorata, senza dimenticare, infine, il comparto frutticolo e orticolo, che richiede un’attenzione particolare a fronte delle gelate e degli insetti patogeni che aggrediscono le coltivazioni».

«Stiamo portando avanti una dura battaglia per contrastare la pratica sleale che riguarda il costo di produzione del latte, oggi superiore al prezzo di vendita - ha ricordato Caner -. Mentre, per contrastare la peste suina e contenere i danni arrecati all’agricoltura dalla fauna selvatica abbiamo evidenziato al ministro dell’Agricoltura la necessità di intervenire con provvedimenti a livello nazionale. Bisogna tornare a investire nella terra, nell’agricoltura, nei nostri imprenditori per evitare che l’aumento dei costi delle materie prime e del caro energia pesino, a ricaduta, sui consumatori, riducendo drasticamente il loro potere di acquisto - ha concluso Caner -. Solo attraverso una revisione del Pnrr, che tenga conto dell’emergenza attuale, si potrà dare sostegno ad uno dei comparti strategici del Veneto, in aggiunta ad una revisione del PSR 2023-2027, che rappresenta una opportunità se rivisto alla luce dei nuovi bisogni evidenziati dalla politica agricola e forestale nazionale».

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