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Cronaca Castelnuovo del Garda / Lungolago Giuseppe Garibaldi

Sulle spiagge di Castelnuovo e Peschiera si cerca di correre ai ripari dopo l'ordinaria follia del 2 giugno

La sindaca di Peschiera chiede «un servizio stabile di prevenzione contro l'invasione di queste bande di facinorosi», mentre il primo cittadino di Castelnuovo del Garda ha vietato da oggi il consumo di alcolici in spiaggia e l'uso di casse portatili

Centinaia o addirittura migliaia di giovani e giovanissimi, tanti minorenni tra loro, riversatisi in spiaggia nel tratto di lungolago che collega i Comuni di Castelnuovo del Garda e Peschiera. Tutto bene, non fosse che, oltre alla rissa clamorosa in spiaggia, già a cominciare dal tragitto che collega la stazione di Peschiera ed il lungolago alcuni di questi giovani hanno dato mostra del peggio di sé.

Stando ai racconti di molti testimoni diretti, infatti, sono stati numerosi il 2 giugno gli episodi di vero e proprio vandalismo. E se ciò non bastasse, a confermare i racconti, vi sono i brevi filmati che, quasi istantaneamente, sono stati diffusi sui social network, in particolare TikTok che è il più gettonato in tale fascia d'età, diciamo dai 16 ai 18/20 anni. 

Posto, dunque sono

Aspetto sociologicamente assai rilevante, almeno tanto quanto sottovalutato in queste ore, è infatti la circostanza per la quale oltre ai diretti protagonisti delle azioni "vietate", quali ad esempio salire sul tetto di un'automobile parcheggiata e cominciare a saltarvi sopra senza freno, vi erano sul lago il 2 giugno anche tanti altri giovanissimi e giovanissime che, immancabilmente, si prodigavano a filmare con i propri smartphone, divertendosi a non finire, le intrepide gesta di questi insoliti beniamini estivi. Insomma, tra chi ha compiuto gesti esecrabili, o peggio azioni penalmente rilevanti, e chi è stato solo a guardare e filmare vi è sicuramente una differenza sotto il profilo giuridico. Ve ne è forse molta meno, tuttavia, dal punto di vista sociologico, sempre tra chi si è improvvisato vandalo e chi lo ha filmato con sommo gaudio, al fine poi di condividere il tutto sui social come se questi video fossero veri e propri trofei da esibire.

Il tratto che accumuna tutti è allora un po' questo: oggi un adolescente per sentirsi vivo pare avere anzitutto la necessità di condividere sui social network le proprie "esperienze", al punto persino di non rendersi più bene conto che ad avere effettiva rilevanza dovrebbe anzitutto essere il "contenuto" di queste esperienze. L'importante, al contrario, pare qui essere la mera condivisione social e l'eco di interazioni che riesce a produrre, non tanto la qualità dell'esperienza stessa. Ecco allora che lo zompettare di quattro forsennati su un'auto di lusso diventa un'esperienza degna di essere vissuta poiché si sa che, una volta condivisa sui social, tale esperienza genererà migliaia di interazioni e la cosa mi garantirà popolarità, mi farà sentire vivo. Ora, al di qua di ogni facile moralismo, a nostro avviso, se qualcuno o meglio qualcosa deve finire sul banco degli imputati, ebbene, deve anzitutto essere la straordinaria, eppure ormai così quotidiana da essere divenuta inapparente, stupidità strutturale dei social.

Salti sulle auto parcheggiate a Peschiera del Garda - foto frame video TikTok - 2 giugno 2022-2

Salti sulle auto parcheggiate a Peschiera del Garda - foto frame video TikTok - 2 giugno 2022

I blu, i neri e i bianchi

Uno dei video divulgati via social che più ha fatto discutere in queste ore è quello girato da un giovane, il quale con aria di sfida dinanzi alla camionetta della polizia chiede al proprio pubblico di internet: «Hey raga, chi vince oggi? I blu o i neri?». I "blu" sono evidentemente gli agenti in tenuta antisommossa della polizia di Stato che, con effetto visivo straniante, sono divenuti l'oggetto principale delle attenzioni dei ragazzini che li hanno ripresi tra la folla di turisti in costume da bagno. I "neri", invece, chi sono? La domanda che ad alcuni apparirà futile, è in realtà densa di implicazioni. Perché questi "neri" che si autodefiniscono "neri" contrapponendosi ai "blu" in modo diretto, ma implicitamente anche ai "bianchi", sono un enorme interrogativo per lo Stato italiano.

Sia chiaro, se qualcuno di loro ha sbagliato è bene che ne vengano accertate le responsabilità e che paghi le conseguenze dei propri errori, tuttavia resta il problema: questi "neri", al netto del razzismo esplicito contenuto in certi commenti guarda caso esplosi proprio sui social, sono in larga maggioranza italiani. Chiamateli pure, con perbenismo mediatico, italiani di "seconda generazione" o definiteli altresì "di colore", ma il problema non cambia: tanti di loro sono nati in Italia, frequentano le scuole italiane, si innamorano di ragazze e ragazzi italiani di "prima generazione" con i quali condividono momenti belli ed altri esacrabili come quello del 2 giugno sul lago. Eppure, taluni di loro sentono di doversi anzitutto identificare come i "neri", rivelando una conflittualità interculturale impossibile da sottostimare. Non si tratta certo di assolverli dalle loro eventuali responsabilità, si tratta però di non voler nascondere la polvere sotto il tappeto: quale modello di integrazione lo Stato italiano sta proponendo a questi giovani di "seconda generazione"? Lo Stato italiano, anzitutto, ne sta proponendo uno? Ovvero, si sta ponendo il problema? Quali sforzi si stanno compiendo per creare una comunità in cui la coesistenza tra italiani di "prima" e "seconda" generazione sia la migliore possibile? Ridurre quanto successo il 2 giugno a un problema che riguarderebbe soltanto i "neri", affermare che lì «gli italiani erano pochi» (tra i nomi di chi condivide video su TikTok ce ne sono di italianissimi, ma sarebbe sufficiente guardarli quei video per comprendere le cose), appare un atteggiamento piuttosto miope e, ad ogni buon conto, rischierebbe probabilmente di prepare il terreno al ripetersi di situazioni che, onestamente, non si vorrebbero più rivedere.

Ciascuno di noi, e anzitutto le istituzioni, dovrebbe interrogarsi dinanzi alle scene viste sul lungolago tra Castelnuovo e Peschiera del Garda. Lo ribadiamo allo sfinimento, non si tratta di assolvere nessuno e nemmeno di dare fiato ad alcun "giustificazionismo". Non è nemmeno il caso di sottovalutare la gravità di episodi criminali come quelli delle molestie sessuali su un treno che sarebbero avvenute lungo la tratta tra Peschiera del Garda e Milano, episodio denunciato da sei ragazze adolescenti sempre in occasione del "2 giugno di follia" sul lago. Si tratta però, una buona volta, di affrontare domande scomode alle quali è fin troppo facile rispondere soltanto con la mera repressione, per quanto un'azione di forza sia inevitabile e doverosa, ma difficilmente risolutiva nel lungo periodo. Poiché quando un agente di polizia in tenuta antisommossa si trova dinanzi a uno sciame di giovincelli, bianchi e neri, ragazzi e ragazze spesso minorenni, di "prima" e "seconda" generazione, in spiaggia a giugno sul lago di Garda, tra la folla di turisti in boxer e bikini, ebbene, non c'è ruolo più difficile da svolgere che quello di essere un "blu".

La sindaca di Peschiera: «Serve un servizio stabile di prevenzione contro l'invasione di queste bande di facinorosi»

Letteralmente infuriata appare in queste ore la sindaca di Peschiera del Garda Maria Orietta Gaiulli, la quale in una nota molto dura indirizzata al ministero dell'Interno, al questore, al comandante provinciale dei carabinieri ed al prefetto, ha dichiarato: «Non sono più disposta a tollerare lo scempio del paese che amministro, per il quale vengono spesi, ogni anno, centinaia di migliaia di euro per la promozione turistica che ieri, a causa della superficialità con la quale è stato affrontato il problema, ha subito un colpo mortale. Il corpo di polizia locale di Peschiera - ha aggiunto la sindaca Maria Orietta Gaiulli - conta 9 agenti, tra cui 5 donne, e da soli, non avendone, peraltro, neppure l'autorità, non riusciamo a sostenere questa guerra. Utilizzo il termine guerra, perché a Peschiera si è compiuta una guerriglia urbana. Chiedo che, finalmente, visti i fatti di ieri, vengano predisposti servizi di prevenzione degli eventi delittuosi che proseguiranno tutta l'estate poiché già vi è sul social TikTok l'invito ad una rave party, o come si chiama, per il giorno 4 giugno 2022».

La sindaca Maria Orietta Gaiulli ha poi concluso: «Peschiera non merita un'immagine così brutta perché Peschiera è una cittadina sicura, abituata ad ospitare un turismo di famiglie. Chiedo spiegazioni sulla mancata organizzazione di un servizio di ordine pubblico per la giornata del 2 giugno 2022 a Peschiera, nonostante gli allarmi inviati dalla sottoscritta, e chiedo che per il fine settimana del 4 giugno e per tutti i fine settimana fino al termine dell'estate, venga predisposto un servizio stabile di prevenzione contro l'invasione di queste bande di facinorosi». 

Dal canto suo anche il sindaco di Castelnuovo del Garda Giovanni Dal Cero ha preso dei provvedimenti «in considerazione del comportamento sconsiderato tenuto da numerosi giovani al lido comunale nella giornata del 2 giugno». In particolare, il primo cittadino di Castelnuovo del Garda ha firmato un’ordinanza che vieta la detenzione e il consumo di bevande alcoliche, di qualunque gradazione, tutti i sabati e le domeniche sino alle ore 6 del lunedì, da sabato 4 giugno a lunedì 26 settembre 2022 su tutte le spiagge e i lidi del territorio comunale. Inoltre, sulle spiagge dei lidi comunali di Castelnuovo del Garda è stata vietata dal sindaco la detenzione e l’utilizzo di sistemi di diffusione sonora portatili che possano ingenerare disturbo alle occupazioni e riposo delle persone. 

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