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Cronaca

"Riduzione dei parchi Colli e Lessinia? Una figuraccia per la Giunta veneta"

Ad affermarlo è l'esponente del Partito Democratico Andrea Zanoni, vicepresidente della Seconda commissione, al termine della seduta che si è tenuta mercoledì: "Tutto rinviato per la mancata intesa tra Regione e Comuni"

La modifica del Parco Colli si è tradotta in una pagliacciata perché i termini per la riperimetrazione sono ampiamente scaduti, addirittura nel marzo 2017, come ha fatto presente oggi l’Ufficio legislativo del Consiglio durante l’illustrazione di una delibera di Giunta in Commissione Ambiente. Discorso non troppo diverso per la riduzione del Parco della Lessinia, tutto rinviato per la mancata intesa tra Regione e Comuni. La delibera così è stata respinta al mittente, per la maggioranza, e in particolare per Berlato e Valdegamberi, è l’ennesima figuraccia.

Ad affermarlo è il vicepresidente della Seconda commissione Andrea Zanoni, al termine della seduta che si è tenuta mercoledì. L'esponente del Partito Democratico ha poi approfondito la questione, che riguarda anche il parco naturale veronese. 

La montagna ha partorito un topolino: dopo promesse, retromarce, conferenze stampa, convegni di fuoco fatti in giro per il territorio deli parchi tutto è finito in una bolla di sapone. Il capogruppo di Fratelli d’Italia - ricorda infatti Zanoni - si era fatto promotore di un emendamento che di fatto scardinava l’area protetta del Parco Colli introducendo la possibilità di cacciare. Un tentativo fallito durante la discussione del collegato di fine dicembre 2016, sfociato in un emendamento che comunque purtroppo dava ai Comuni la facoltà di ridurre l’area tutelata. Di questi però, solo Galzignano aveva proposto la riduzione di 918 ettari sui totali 18.694. Fatica inutile, perché la proposta doveva essere portata in Consiglio entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, avvenuta il 31 dicembre 2016. I termini, dunque, come ha ricordato il Legislativo, sono scaduti da tempo, ovvero a fine marzo 2017, inoltre doveva esserci un’intesa tra i quindici Comuni e la Giunta, che invece manca.

Il Legislativo ha fatto presente che la commissione Ambiente si può esprimere solo in merito ad una intesa tra la Giunta regionale e i Comuni della Lessinia interessati dal Parco. Quindi abbiamo assistito a un doppio buco nell’acqua della Giunta. Per la Lessinia le proposte delle amministrazioni locali (anche se hanno deliberato solo undici Comuni su 15) sono decisamente peggiori, in quanto si ridurrebbe il Parco di circa il 20%, 1681 ettari in meno rispetto ai 10.310 attuali”.

Il documento proposto, oltre a essere fuori tempo massimo, non conteneva i dati essenziali delle riduzioni proposte, cioè non riportava gli ettari né per singolo Comune né quelli complessivi; ho dovuto chiederli al funzionario che li ha forniti a voce solo per i dati complessivi. L’approssimazione della Regione, anche su questa vicenda è stata imbarazzante e ha ottenuto il risultato giusto: respinto al mittente. Speriamo che muoia tutto nei cassetti della Giunta. Ricordo che il Veneto ha una percentuale protetta a parco del 5,1%, ben inferiore alla media nazionale del 10: queste aree dovrebbero perciò essere aumentate, anziché ridotte per gli appetiti di costruttori e cacciatori locali.

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