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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ricercato per omicidio e rapina, latitante in manette

In manette un calabrese nascosto in un appartamento di Bovolone. Doveva scontare 21 anni e 4 mesi

È stato arrestato dalla polizia di Padova, in collaborazione con la Squadra Mobile di Verona, Cesare Dromì, un latitante calabrese 41enne pluripregiudicato e ricercato dall’autorità giudiziaria di Reggio Calabria per scontare 21 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio, rapina e furto. L’arresto è avvenuto durante una perquisizione. Gli agenti di Padova e Verona, impegnati in un’indagine per traffico di stupefacenti, hanno perquisito l'abitazionedel fratello del latitante, Gerardo Dromì, in via Colombo a Bovolone. Qui è stato rintracciato il latitante Cesare che, nella circostanza, si era spacciato per suo fratello, reale proprietario della casa, esibendo una patente di guida la cui foto ha destato sospetti.

Una volta scoperto l’inganno, i due fratelli hanno reagito opponendosi agli agenti e tentando di fuggire, ma sono stati bloccati. I due sono stati denunciati all’autorità giudiziaria. La conferma che si trattava del ricercato è venuta poi dal riscontro con il database dell'Afis cui lo stesso è stato sottoposto. La perquisizione, estesa nell’abitazione materna dei due fratelli, ha consentito poi di rinvenire e porre sotto sequestro una pistola scacciacani priva di tappo rosso e numerose sim card. Cesare Dromì era ricercato dal 2010, dopo che la Cassazione gli aveva confermato definitavamente l'accusa di essere il mandante dell'omicidio, del 1998, di Salvatore La Rosa, un calabrese di Rosarno.

"Dromì aveva assoldato un uomo, Pasquale Giordano, per uccidere La Rosa, che all'epoca era il compagno della madre- spiega il dirigente della Squadra Mobile di Verona, Giampaolo Trevisi-. Un regolamento di conti seguendo la 'legge di famiglia' ha portato il killer a chiudere la faccenda con 8 colpi di pistola". Su Giordano, l'esecutore, la condanna all'ergastolo fu quasi immediata, per Cesare Dromì, il mandante, i gradi di giudizio lo hanno portato a tutti e tre i processi, nel 2004 il primo processo, l'appello nel 2007 e la condanna definitiva l'anno scorso. Da quel momento però Dromì si era dato alla macchia, ed era fuggito al Nord. A Bovolone aveva raggiunto la madre, con cui viveva da ricercato, e il fratello operaio, denunciato per resistenza all'arresto nel corso della perquisizione .


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