Niente statue degli strachi sotto Ponte Garibaldi, ma l'interesse rimane
Un gruppo di sub ha scandagliato il fondale dell'Adige trovando solo qualche pietra lavorata, ma questo non ferma i cittadini che vogliono il ritorno delle statue sul ponte
Ieri, 26 settembre, si è svolta la ricerca in Adige delle statue del ponte Garibaldi, in una giornata totalmente dedicata al fiume Adige. "È stata la prima ricerca delle cosiddette statue degli strachi, di cui non si era più parlato dalla distruzione del ponte in poi - ha spiegato Massimo Rosa, uno dei promotori di questa ricerca - Solo chi oggi è novantenne se le ricorda, le generazioni successive ne ignoravano del tutto o quasi l'esistenza".
"Era doveroso - ha aggiunto Rosa - prima di procedere ulteriormante nell'iniziativa di riportare le eventuali copie sul ponte, verificare il sottostante fondale dell'Adige e di questo se ne sono incaricati i sub Corrado Florio, Masha Kononova e Claudio Cortese, coadiuvati da tre gommoni di Verona Rafting di Leonardo Turri, che ringraziamo pubblicamente".
La ricerca non ha dato i risultati sperati. Le statue non sono state trovate neanche in parte. "Molto probabilmente, come sostiene qualche testimone oculare, i resti sono andati a far parte di quella pietre a ridosso della riva - ha commentato Massimo Rosa - Comunque sono state trovate alcune pietre lavorate, che sicuramente erano parte del ponte o basamenti delle statue".
Questo però non ferma il gruppo di appassionati che vorrebbe rivedere anche solo una riproduzione delle statue, opera dell'artista Ruperto Banterle, andate perdute nel '45 durante la ritirata dei tedeschi da Verona. "La giornata di ieri - ha concluso Massimo Rosa - ha evidenziato l'interesse dei nostri concittadini e questo ci spinge a proseguire nell'iniziativa".
