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Cronaca Lazise

Ricatta l'impiegata con un video hard: in manette imprenditore

L'uomo, 48 anni, non avrebbe accettato la fine della relazione con la sua dipendente e l'avrebbe costretta a subire altri rapporti, estorcendole anche del denaro, grazie ad un filmato "hot"

Chi pensa che ricatti, molestie e scandali appartengano solo al mondo dei potenti farebbe bene a ricredersi: anche nel mondo “cittadino”, nella vita di tutti i giorni, è possibile restare coinvolti in una spirale di violenze e abusi. Eppure sembra che la vicenda che ha coinvolto datore di lavoro e impiegata in provincia abbia dei contorni ancora piuttosto fumosi.

PERSEGUITATA – Secondo quanto ha dichiarato la donna vittima del caso, un'impiegata di una ditta di Lazise, il suo titolare l'avrebbe prima minacciata di diffondere un filmato nel quale lei era stata ripresa nuda durante uno dei loro rapporti. Poi avrebbe preteso e ottenuto 5000 euro per lasciarla in pace. Infine, le avrebbe chiesto di avere tre incontri “bollenti” alla settimana dopo il turno di lavoro. Queste le accuse di una dipendente esasperata, che, stanca di essere una marionetta nelle mani del suo datore di lavoro con cui condivideva una relazione passionale che la stava distruggendo, ha deciso di licenziarsi e denunciare l'uomo ai carabinieri per stalking ed estorsione. Ieri è arrivata la sentenza: l'uomo è stato condannato con il rito abbreviato a 3 anni di carcere. Il gup ha revocato la misura cautelare di presentazione in caserma dai carabinieri per l'ex imprenditore che così ora è completamente libero. Dovrà risarcire la vittima con 10 mila euro anche se l'esatto ammontare del danno sarà deciso in un eventuale causa in sede civile.

L'ALTRA CAMPANA – Ma l'imprenditore scaligero tratteggia una vicenda ben diversa, e si prepara già all'appello. L'avvocato difensore ha svolto un'arringa durata più di un'ora per smontare la versione della vittima. Non è attendibile, ha sostenuto in sintesi il legale, e non ha risposto alle domande che le sono state poste nell'udienza dell'ottobre scorso. La relazione della donna con il suo datore di lavoro si sviluppò tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011 quando la donna interruppe il rapporto con l'allora imprenditore. E, secondo la sua versione, si trovò a vivere un incubo. Il quarantattottenne iniziò a perseguitarla. Le disse che avrebbe rivelato la loro relazione al compagno con il quale si era lasciata per un breve periodo. Sul video hard, ieri, il difensore ha sostenuto in aula che il filmato non è mai stato trovato. Si sarebbe fatto dare anche 5000 euro per lasciarla in pace, facendo scattare anche l'accusa di estorsione. La donna si sarebbe evitata questi problemi solo se avesse accettato di tornare con lui. A quel punto la vittima ha deciso di denunciare ai carabinieri l'ex imprenditore dopo essersi licenziata. Agli atti del processo anche la registrazione di un incontro tra i due nel quale la vittima faceva presente l'esistenza del video hard mentre il quarantottenne non lo confermava.

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