rotate-mobile
Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Fondazione Arena. Lavoratori stagionali ricattati e stipendi ancora in ritardo

Viene chiesto di rinunciare al diritto di trasformare il proprio contratto in un contratto a tempo indeterminato. E dei pagamenti ad ora rimane solo l'annuncio

Tempi duri per i lavoratori della Fondazione Arena. Il pagamento degli stipendi arretrati è stato annunciato, ma non ancora effettuato. Colpa di una farraginosa serie di passaggi che si spera termini in fretta. Mentre il Comitato Opera Nostra ha appreso di un ricatto nei confronti dei lavoratori stagionali, a cui viene chiesto di rinunciare al diritto di veder trasformato il proprio contratto in un contratto a tempo indeterminato. "Tale richiesta - scrive in una nota il Comitato - viene posta come condicio sine qua non per poter lavorare nella stagione entrante, nonostante anche questo sia un diritto acquisito e garantito dal principio di precedenza. Oltre che immorale si tratta un’azione senza alcun fondamento legale, non prevedendo alcun compenso a fronte della rinuncia ad un diritto acquisito. Riteniamo inoltre scandaloso che la Direzione Territoriale del Lavoro di Verona continui a prestarsi alla certificazione di siffatte transizioni senza entrare mai nel merito e senza mai nemmeno verificare la legittimità degli accordi che gli vengono sottoposti, facendo anzi finta di non riconoscerne il carattere palesemente ricattatorio". 

"Rispetto alla figura della direttrice operativa - conclude il Comitato Opera Nostra - non capiamo perché, nonostante tutto il Consiglio di Indirizzo sia decaduto, e con esso il sindaco Tosi che l’aveva assunta con uno stipendio di 135 mila euro l’anno, Francesca Tartarotti, abbia mantenuto il suo posto e quindi la possibilità di perseguire in modo ricattatorio i lavoratori, secondo le metodologie inaugurate dal sindaco e dal sovrintendente Girondini".

Francesca Tartarotti infatti è a fianco del commissario Carlo Fuortes nell'allestimento della prossima stagione e nella ricerca di una via per accedere ai fondi previsti dalla legge Bray, che alleggerirebbero il fardello dei debiti. Il Partito Democratico rilancia la via dell'accordo con i sindacati. Un accordo possibile perché "il problema non riguarda tanto il merito - scrivono i consiglieri Pd Michele Bertucco ed Eugenio Bertolotti - quanto più il tracollo di fiducia nei confronti di un management che si è sempre chiamato fuori da ogni responsabilità ed ha rifiutato la necessaria trasparenza su tante operazioni non profittevoli per la Fondazione Arena, come il museo Amo o Arena Extra, portando nel baratro la Fondazione Arena".

Intanto domani mattina, 4 aprile, alle 8,30 si terrà a Montecitorio la seconda audizione del ministro Franceschini sulla crisi della Fondazione Arena. Un secondo intervento dopo quello di qualche giorno fa.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fondazione Arena. Lavoratori stagionali ricattati e stipendi ancora in ritardo

VeronaSera è in caricamento