Il rettore incontra i goliardi veronesi dei Cavalieri Ghibellini
Una giornata decisamente fuori dagli schemi all'Università di Verona, goliardica per cosí dire. Tutto é iniziato quando due ragazzi si sono presentati a Palazzo Giuliari indossando feluche e mantelli
Una giornata decisamente fuori dagli schemi all'Università di Verona, goliardica per cosí dire. Tutto é iniziato quando due ragazzi si sono presentati agli uffici amministrativi di Palazzo Giuliari indossando feluche e mantelli, chiedendo di essere ricevuti dal rettore. Palese il disagio degli impiegati: prima di oggi, incontrare due goliardi dell'ordine veronese dei Cavalieri Ghibellini era un evento unico.
"L'incontro con i goliardi veronesi é stato molto interessante, disteso e rilassato, per me é stato quasi un salto indietro nel tempo di quasi quarant'anni -ha detto il rettore Mazzucco ricordando con nostalgia i suoi anni da studente goliarda di Padova-. L'incontro di oggi mi ha dato la documentazione esplicita che il senso di appartenenza all'università esiste ancora. La goliardia é forse nota esclusivamente per i suoi aspetti ludico-epicurei ma in realtà ha un'immagine ben piú profonda che é quella della libertà intellettuale che sta alla base di una scelta universitaria".
Ma quali sono le richieste dei ragazzi? "I Cavalieri chiedono di essere parte attiva dell'università, di essere coinvolti nelle cerimonie ufficiali - spiega Mazzucco - . In sintesi, chiedono la possibilità di essere utili e stimolo per la popolazione studentesca".
"Si tratta di un momento epocale per la goliardia veronese - spiega CanRabbioso IX, al secolo Sebastiano Visparelli, studente laureando di Medicina. "Lo spirito verso questo tipo di associazionismo studentesco é andato scemando per i motivi piú disparati - spiega il capordine - Noi promuoviamo un ritorno allo spirito critico e godereccio che dovrebbe essere alla base della formazione della vita universitaria. Un ritorno alle origini: lo scopo della goliardia é di aiutare gli studenti a creare il proprio io all'interno di un contesto critico, intelligente e autoironico slegato da parametri sociali, politici e religiosi".