
Un tratto del fiume a Bonavigo - Foto Google Maps
Resti umani restituiti dall'Adige insieme ad una bomba a mano e una gavetta
Il ritrovamento è avvenuto nella zona di Orti di Bonavigo nella serata di lunedì da parte di un 68enne della zona: inizialmente si pensava potesse trattarsi delle ossa della piccola Larisa, uccisa ad Albaredo, ma l'ipotesi non sembra trovare conferme
L'Adige li ha restituiti nella serata di lunedì, dopo averli trattenuti probabilmente per decine di anni, facendo pensare che si potesse trattare dei resti di Larisa, la ragazzina uccisa ad Albaredo dal fratello Andrei Filip, poi fatta a pezzi e buttata nel fiume all'interno di un trolley.
Il ritrovamento è avvenuto poco dopo le 18 da parte di un 68enne legnaghese, che in quel momento si trovava a bordo della sua imbarcazione mentre navigava sul corso d'acqua, quando ha notato quegli strani oggetti uscire dalla sabbia e dal ghiaione nella zona di Orti di Bonavigo. L'uomo si è avvicinato per vederli da vicino e, capendo che si trattava di ossa, ha smosso il terreno per controllare che non vi fosse presente altro, trovandovi anche una bomba a mano e una gavetta militare, probabilmente risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. A quel punto è scattata la chiamata al 112: sul posto sono giunti subito i carabinieri della stazione e del Norm di Legnago, coordinati dal maresciallo Luigi Mura e dal luogotenente Mauro Tenani, che si sono fatti condurre dall'uomo nel punto del ritrovamento con la sua barca e hanno ispezionato la zona.
Difficile quindi che si tratti delle parti ancora mancanti della piccola Larisa, che insieme alla madre venne uccisa e fatta a pezzi ad Albaredo il 13 febbraio: il suo busto e la sua testa infatti non sono ancora stati ritrovati.