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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Nuovo decreto contro il coronavirus, la Regione: «In Veneto misure sproporzionate»

«Non si comprende il razionale di una misura che appare scientificamente sproporzionata all'attuale andamento epidemiologico», scrive il Comitato tecnico scientifico del Veneto

La relazione del Comitato tecnico scientifico a supporto dell’Unità di crisi della Regione Veneto sull'emergenza coronavirus presenta una serie di "controdeduzioni" alle misure contenute nel nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri approvato dal Consiglio dei ministri in data odierna. Ciò, come si legge in una nota della regione Veneto, «al fine di chiedere lo stralcio delle tre province di Padova Treviso e Venezia dal decreto stesso».

È una vera "rottura" quella a cui si assiste in queste ore sull'asse tra Roma e la regione Veneto, con il governatore Luca Zaia che scrive al premier Conte ed al ministro della Salute Speranza di «non avere conoscenze delle motivazioni scientifiche» che hanno portato all'inserimento nel nuovo decreto delle province di Venezia, Padova e Treviso, chiedendo quindi «lo stralcio dell'art. 1 delle province venete».

Lettera Zaia  Conte Speranza coronavirus

La lettera inviata dal presidente Zaia al premier Conte e al ministro della Salute Speranza

Nella relazione del Comitato tecnico scientifico a supporto dell’Unità di crisi della Regione Veneto sull'emergenza coronavirus si legge di come «per la provincia di Treviso il cluster è quasi esclusivamente ospedaliero, difatti 49 soggetti positivi sono operatori sanitari e gli altri casi riguardano degenti del reparto di geriatria contagiati da una paziente ricoverata per lungo tempo e successivamente deceduta. È evidente - prosegue la relazione - che trattasi prevalentemente di cluster nosocomiale, che non interessa la popolazione generale della provincia di Treviso. Anche per la provincia di Venezia, i casi di positività riscontrati interessano quasi per la metà operatori sanitari. Lo studio e la valutazione costante del trend dei casi e la ricerca dei contatti, oltre allo sforzo organizzativo per l'ospedalizzazione dei pazienti sia nei reparti di malattie infettive che in terapia intensiva - prosegue la relazione del Comitato - dimostrano l'impegno del sistema sanitario regionale, che contrasta con una misura di isolamento estremo dei territori individuati che non ha avuto nessun confronto né scientifico né di lealtà istituzionale con i tecnici della regione del Veneto che da mesi seguono l'evolversi di questa situazione in collaborazione con l'Ufficio dell'OMS di Venezia».

In quest'ultimo passaggio è possibile notare in tutta la sua franchezza il livello elevatissimo di "drammatizzazione" che il rapporto politico tra Venezia e Roma sta attraversando in queste difficilissime ore. Si parla addirittura di «nessuna lealtà istituzionale». Quindi la nota del Comitato tecnico si chiude con la richiesta esplicita di stralcio dal decreto delle tre province di Padova, Treviso e Venezia, richiesta che suona come un vero e proprio capo d'accusa: «A fronte di questo scenario epidemiologico, - scrivono i tecnici veneti - e di tutte le considerazioni sopra riportate, che evidenziano cluster circoscritti e che non interessano allo stato attuale in maniera diffusa la popolazione generale, non si comprende il razionale di una misura che appare scientificamente sproporzionata all'attuale andamento epidemiologico. Si esprime pertanto parere favorevole allo stralcio delle tre Province di Padova, Treviso, Venezia dal suddetto Dpcm presentato in data 07/03/2020 alla Regione del Veneto».

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