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Cronaca

Regione, per lo Statuto economia a raccolta

In Loggia di Fra' Giocondo confronto tra la Commissione e le categorie produttive

Lo Statuto della Regione Veneto passa per Verona. Nella Loggia di Fra Giocondo si sono infatti incontrati Il presidente della Commissione regionale per lo Statuto e il Regolamento, Carlo Alberto Tesserin, e le categorie economiche veronesi, con l'obiettivo di avviare un dibattito sui punti cardine del nuovo Statuto regionale.

Tesserin ha fatto il punto della situazione ai sindaci veronesi, alla Camera di Commercio, alle associazioni imprenditoriali, ai sindacati, alle Ulss e alle associazioni di volontariato.
All'incontro, che è servito per raccogliere le indicazioni del territorio veronese, hanno partecipato tra gli altri l'assessore regionale Massimo Giorgetti e i consiglieri regionali Vittorino Cenci, Paolo Tosato, Stefano Valdegamberi, Roberto  Fasoli, Giuseppe Berlato Sella, Sergio Reolon, Giovanni Furlanetto e Cristiano Corazzari.

"Siamo convinti che per il buon funzionamento delle istituzioni debba esserci dialogo costruttivo a tutti i livelli - ha detto il presidente della Provincia Giovanni Miozzi -. Apprezzo quindi particolarmente che la Regione del Veneto abbia deciso di incontrare la provincia di Verona per conoscerne le richieste e le esigenze. Il mio auspicio è che lo Statuto sia snello e sappia fare sintesi delle specificità che oggi compongono il Veneto. La periferia vuole dare il proprio contributo attivo affinché l'Amministrazione regionale governi con tempi più celeri e maggiore modernità".

"Sono anni che si lavora alla stesura dello Statuto - è stato il commento di Tesserin -. Il documento però non è ancora pronto e questo ci permetterà di adeguarlo ai cambiamenti avvenuti in questi anni. La società veneta si è modificata e ci sono nuove leggi di cui tenere conto. Quello che vogliamo fare incontrando tutti i territori veneti è di raggiungere la coesione politica necessaria ad approvare il 'documento' vincolante per il funzionamento della nostra vita pubblica. Servirà, ad esempio, un maggior collegamento funzionale fra le competenze di Regione, Province e Comuni; ma serviranno anche dei meccanismi di garanzia per le minoranze. Non dobbiamo dimenticare inoltre che è cambiata la società, basti pensare ad esempio alla massiccia presenza di lavoratori stranieri. Siamo consapevoli che le diversità registrare 8 anni fa non sono più le stesse, per questo abbiamo bisogno di sentire i rappresentanti delle realtà locali”.

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