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Cronaca Centro storico / Via Roma

Evasione e doping. Il ciclista veneto Rebellin viene assolto per insufficienza di prove

Il campione veneto, argento a Pechino 2008, non può essere condannato e il giudice lo assolve. È questo l'epilogo della vicenda processuale di Davide Rebellin che, privato dal Coni dell'alloro olimpico per doping, si prende la sua rivincita

L’accusa aveva chiesto un totale di due anni e dieci mesi di carcere, ma giovedì pomeriggio il giudice padovano Beatrice Bergamasco lo ha invece assolto per insufficienza di prove. Davide Rebellin, ciclista 44enne di Galliera Veneta, vincitore nel 2008 di una medaglia d’argento alle Olimpiadi di Pechino, può finalmente cantare vittoria. Tutti i capi d’imputazione sono decaduti e il giudice ha rigettato pure la richiesta del Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) di 500 mila euro come risarcimento danni. Nello specifico, le accuse di cui Rebellin avrebbe dovuto rispondere sono quelle di evasione fiscale, per oltre due milioni e mezzo di euro tra il 2002 e il 2007, anni in cui avrebbe dichiarato di abitare stabilmente nel Principato di Monaco beneficiandone così della tassazione agevolta, e di doping, in particolare l’assunzione di Epo alcuni giorni prima di volare in Cina.

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