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Cronaca

Rapinatore incastrato dal tatuaggio ripreso dalle telecamere

Su Antonio Zanfardin, 46 anni di Verona, le accuse per l'assalto alle poste e a due supermercati

Due indagini distinte per rapine al supermercato e alle poste, hanno ricondotto allo stesso uomo. Ad incastrare Antonio Zanfardin, 46enne pregiudicato di San Michele Extra, è stato il tatuaggio sulla mano, un tribale che i carabinieri avevano già fotosegnalato in passato, quando era stato accusato di un furto. Le operazioni del Comando dell’Arma sono partite inizialmente dal Nucleo investigativo della scientifica coordinato dal tenente Alberto Veronese. Risale infatti al 17 giugno scorso la prima rapina di cui il 46enne si era reso responsabile.

Era entrato a viso scoperto e armato di pistola nell’ufficio postale di via Marsala. Minacciando il personale alla cassa si era fatto consegnare 5mila euro in contanti ed era fuggito a piedi facendo perdere le sue tracce. Ciò che Zanferdin aveva ignorato, era la presenza delle videocamere installate all’ingresso, che avevano ripreso sommariamente la fisionomia dell’uomo e ne aveva riportato il tatuaggio sul polso sinistro. Da lì sono partiti gli accertamenti della scientifica. Con un software particolare, i tecnici dei carabinieri hanno isolato il disegno confrontandolo con i dati degli identikit e delle fotosegnalazioni presenti nei terminali dell’Arma e hanno circoscritto i possibili soggetti.

A lui hanno ricondotto anche le investigazioni dei militari di San Michele Extra. Sul 46enne c’erano forti sospetti per due rapine del 21 e 22 gennaio. La prima, in via Stoppele, al supermercato “Migross”, in cui era entrato travisato con un cappellino e aveva minacciato la cassiera per farsi consegnare 500 euro. La seconda, armato di coltello al supermercato “Famila Alver” di via Marotto, per un bottino di 690 euro. Visionati i filmati dell’impianto di videosorveglianza sono scattate le ricerche del rapinatore. Le testimonianze delle vittime, raccolte dai carabinieri di San Michele Extra comandata dal maresciallo Edoardo Fornas, ha poi fatto il resto: è stata descritta la fisionomia dell’uomo, l’alta statura, circa 1 metro e 90, lo scooter con il quale era fuggito dai supermercati, un Kymco scuro.

La convergenza delle due operazioni ha permesso così di notificare a Zanfardin, che da qualche giorno lavorava come operaio, l’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare. Dopo l’arresto è stata ricostruita la vita e la fedina penale del 46enne: un figlio avuto fuori dal matrimonio e una dipendenza dalla droga che, secondo i carabinieri, era uno dei motivi che lo spingeva a cercare più soldi attraverso le rapine.

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