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Cronaca Centro storico / Riva San Lorenzo

Rapinatore armato entra in casa: padre e figlio lo scaraventano giù per le scale

Ieri mattina un giovane malvivente si è introdotto con l'inganno in una palazzina di Riva San Lorenzo, penetrando poi in un'abitazione dove risiede una famiglia imbracciando una pistola e un tubo in ferro

Sono stati attimi di paura quelli vissuti ieri mattina da una famiglia residente in Riva San Lorenzo, quando un rapinatore è penetrato in casa armato di una pistola (probabilmente un giocattolo) minacciando padre, compagna e figlio. Come riporta il quotidiano L'Arena, l'abitazione si trova in un palazzo residenziale al civico 19, nel quale è presente anche uno studio legale: per entrare nell'edificio il malvivente potrebbe essersi infilato dietro uno dei clienti dell'attività.
Questa la versione dei fatti raccontata dalle vittime al giornalista del giornale scaligero. Il marito, intorno alle 9 del mattino, aveva deciso di fare colazione in una pasticceria di via Diaz, mentre la moglie si era concessa una mezzora di sonno in più visto che era il suo compleanno. Aperto l'uscio, l'uomo si accorge di aver dimenticato le chiavi e rientra quindi nell'abitazione per prenderle. In quel momento però entra con lui nell'appartamento anche un giovane vestito con un giubbotto da moto e uno zainetto sulle spalle: il ragazzo, altro, magro e con un accento veronese, impugnava nella sinistra l'arma da fuoco e nella destra un tubo d'acciaio. A quel punto avrebbe chiesto all'uomo chi fosse presente in casa, prima di spingerlo verso la camera da letto della donna. "Alzati e seguimi, se fai quello che ti dico non ti faccio niente" avrebbe detto alla moglie e, dopo averle negato il permesso di infilarsi i pantaloni del pigiama, l'ha chiusa nello sgabuzzino. Dopodiché i due sarebbero andati nella stanza figlio, rinchiuso poi insieme alla donna: "Ci hanno detto di chiuderci dentro - ha detto la moglie ai cronisti - sentivamo che portava il mio compagno verso la cassaforte. Sappiamo che dentro non c'è gran che, contanti pochi. Inoltre la cassaforte è divisa in due. E la parte bassa si apre con una chiave che non teniamo in casa proprio per evitare rapine". Nello stanzino il giovane ha tempo di riflettere e, convinto che l'arma del rapinatore sia fasulla, decide di intervenire: aggredisce il bandito alle spalle e il padre ne approfitta per sferrargli un pugno. Non aspettandosi la reazione, il malvivente sarebbe stato preso alla sprovvista, lasciando cadere anche la spranga e venendo poi scaraventato giù per le scale. La famiglia a quel punto ha potuto chiamare la polizia. 
Il padre, sulle colonne de L'Arena, afferma: "Siamo molto scossi, in quei momenti non sai cosa pensare. Vorresti reagire, ma temi reazioni". E la moglie aggiunge: "Io non sapevo se la pistola era vera o falsa, tra l'altro mi sentivo vulnerabile, in mutande, senza occhiali e sono miope quindi vedevo poco. Avevo paura che quello sparasse. Mio marito dice che quello aveva più paura di noi. È sempre stato gentile, ha continuato a dirci di fare quello che ci chiedeva che non ci sarebbe accaduto niente di male, ma se ne sentono tante. Noi guardiamo sempre le trasmissioni di informazione in televisione, a reagire, anche con violenza rischi di essere incriminato tu e non il delinquente". Poi l'uomo infine conclude: "Quello che sta accadendo nelle nostre città è il frutto della nostra politica, temo sia anche la conseguenza della crisi che c'è in giro, gente che magari si ritrova senza lavoro, con il mutuo da pagare, famiglie da mantenere si improvvisa delinquente. È andata bene. Lo spavento è stato tanto, ma siamo qui a raccontarlo. Il rapinatore ha preso quello che ha potuto. Certo non sarà difficile da dimenticare un risveglio del genere". 
La polizia intanto indaga sulla vicenda, iniziando a visionare i filmati delle telecamere di sorveglianza della vicina Banca d'Italia. 

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