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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Stazione / Piazzale XXV Aprile

Finge di essere stata palpeggiata dopo la rapina: tre persone arrestate

Sentite le urla, i carabinieri di Verona si sono diretti nella zona del Tempio Votivo, dove erano presenti 4 persone: un'italiana ha dichiarata di essere stata toccata al seno da uno stranieri, che invece sarebbe stato aggredito e derubato

Due donne e un uomo, tutti i italiani, sono finiti in manette nella serata di mercoledì per mano dei carabinieri della compagnia di Verona, con l'accusa di rapina aggravata nei confronti di un cittadino afgano. 
Intorno alle 21.30 un equipaggio della sezione radiomobile stava transitando nella zona di piazzale XXV aprile, quando è stato attirato dalle urla dei quattro ed è intervenuto nei pressi del Tempio Votivo, chiedendo il supporto delle altre pattuglie. 

Una delle due italiane, nel frattempo, avrebbe dichiarato di essere stata palpeggiata la seno dallo straniero, ma le versioni fornite dalle varie parti si sono fatte sempre più contrastanti, dal momento che il cittadino afgano invece affermava che i tre lo avevano aggredito dandogli una bottigliata in testa e rapinato poi del cellulare. 
I carabinieri vedendo la bottiglia nelle mani di F.M., 26enne pregiudicato e disoccupato, così come aveva denunciato lo straniero, e sospettando che la versione fornita da R.M., 23enne a sua volta pregiudicata e disoccupata, fosse falsa, hanno dato il via alla perquisizione dei presenti. Le verifiche avrebbero portato a scoprire che B.E., 38enne disoccupata e con precedenti di polizia, aveva già separato la cover del telefonino rapinato, nascondendo il tutto in due posti diversi della sua borsetta. 

Accertato che il cellulare era proprio quello dello straniero, in quanto protetto da impronta digitale, i tre italiani sono stati arrestati per rapina aggravata in concorso, mentre la vittima, K.A., un fattorino di 32 anni, regolare ed incensurato, è stata soccorsa e giudicata guaribile in 4 giorni dal personale medico del Pronto Soccorso di Borgo Trento. 
Gli arrestati, al termine delle operazioni di rito, sono stati tradotti presso le loro residenze di Verona, dove rimarranno in regime di arresti domiciliari come disposto dal giudice dopo la convalida dei provvedimenti.

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