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Cronaca Borgo Trento / Via IV Novembre

Rapina in banca in giacca e cravatta: mostra un'arma, ma la Polizia lo blocca subito dopo

È un "rapinatore seriale" l'uomo arrestato nella mattinata di giovedì dagli uomini della Questura di Verona, intervenuti in pochissimo tempo in via IV Novembre, dove si stava consumando il colpo nella filiale BPM

Con un'operazione fulminea e a regola d'arte, la Polizia di Stato di Verona ha sventato la rapina tentata alle 10.30 di giovedì, presso la filiale BPM di via IV Novembre, nel quartiere di Borgo Trento. Come riferito nella conferenza stampa che si è tenuta in Questura, con la presenza della dottoressa Vanessa Pellegrino, responsabile ufficio relazioni esterne e ufficio stampa, la dottoressa Anna Capozzo, Dirigente dell'U.P.G.S.P., e la dottoressa Oria Sgobbo, dirigente della Squadra Mobile scaligera, fondamentale è stata ancora una volta una segnalazione (nonostante fosse scattato anche il sistema antirapina), che ha permesso alle forze dell'ordine di intervenire tempestivamente. 

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Le dottoresse Pellegrino, Capozzo e Sgobbo

IL FATTO - Ben vestito, in giacca e cravatta, il rapinatore si era mescolato nella coda che attendeva di poter entrare in banca, dove gli ingressi sono contigentati per le norme anti Covid-19. Una volta fatto il proprio ingresso, nell'istituto bancario erano presenti solo 3 utenti e pochi altri impiegati, una decina di persone in tutto, e l'uomo si è avvicinato ad una delle ultime cassiere vicine alla porta, alla quale ha mostrato la pistola che aveva con sé aprendo il bavero della giacca, intimandole di consegnarle il denaro. Spaventata, l'impiegata è riuscita a tergiversare per pochi ma importantissimi minuti, mentre un'altra impiegata poco distante ha compreso la situazione e ha inviato un messaggio ad un collega che lavora in un'altra filiale cittadina, avvisandolo della rapina e chiedendogli di chiamare il 113. 
Ricevuta la richiesta di aiuto, si è subito messa in moto la macchina della Questura di Verona. Inizialmente è stata fatta una chiamata all'istituto di credito per verificare la situazione, ma non ricevendo risposta le forze dell'ordine si sono precipitate sul luogo. Nei giorno scorsi il Questore Ivana Petricca aveva dato disposizione per aumentare la presenza sul territorio ed i controlli in questa fase post lockdown, per prevenire ogni forma di reato. Non lontano dal luogo della rapina erano presenti alcuni componenti della Squadra Mobile, che hanno immediatamente raggiunto la banca, seguiti a distanza di pochi secondi dalle pattuglie delle Volanti e della squadra U.O.P.I. (Unità Operative di Pronto Intervento), addestrate per operazioni di contrasto al terrorismo o dove è comunque in pericolo l'incolumità delle persone. Giunte sul posto le forze di polizia hanno bloccato tutte le vie fuga e pattugliato l'area alla ricerca di possibili complici, magari impegnati nel fare da "palo", come potevano far pensare le osservazioni di alcuni passanti, mentre gli agenti della Mobile in borghese hanno fatto irruzione. 
All'interno nel frattempo la cassiera aveva comunicato al bandito di non avere denaro da consegnargli: titubante, avrebbe fatto mezzo passo indietro, come a chiederesi «E adesso?» e in quel frangente sono entrate, armate, le forze di polizia e al bandito non è rimasto che gettare a terra la pistola e alzare le mani. 

L'ARRESTATO - Catturato, è stato perquisito dagli agenti. La pistola in suo possesso era in realtà una scacciacani a cui era stato tolto il tappo rosso che contraddistigue le armi giocattolo, mentre con sé aveva un coltello da cucina con la lama in ceramica, che è stato sequestrato. Portato negli uffici di lungadige Galtarossa è stato identificato e sono così emersi anche tutti i suoi numerosissimi precedenti. Si tratta infatti un uomo classe 1965 originario della provincia di Foggia, definito un "rapinatore seriale" ed un "professionista" di questo tipo di reati, soprattutto rapine, anche se in passato si è cimentato in altri tipi di crimini, come furti di portafogli o la rivendita di biglietti riservati ai portatori di handicap per un giro in barca nella laguna di Venezia, ceduti poi a cinque volte il loro prezzo, motivo per il quale tre anni fa venne accusato di truffa. 
L'uomo era uscito dal carcere Due Palazzi di Padova nel mese di marzo, dopo esservi stato rinchiuso per una rapina in banca commessa a Treviso. Risulta essere attualmente senza fissa dimora e l'ultima sua residenza conosciuta risulta essere collocata nel Veneziano. 

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Il coltello di ceramica sequestrato

GLI ACCERTAMENTI - Rispetto a quanto riportato in mattinata, l'uomo non avrebbe avuto complici, ma la Squadra Mobile sta ancora indagando per fugare ogni dubbio, visto che in un primo momento sembrava che fossero presenti altri due banditi nella zona.
Il rapinatore si sarebbe recato in banca ben vestito e a piedi, probabilmente con l'idea di allontanarsi poi senza dare troppo nell'occhio con gesti incosulti e provare così a far perdere le proprie tracce. Nella stessa mattinata era stato anche controllato, ma niente aveva fatto pensare che fosse arrivato a Verona per compiere una rapina poco dopo. 

I suoi propositi sono in ogni caso svaniti in neppure cinque minuti, il tempo che ha impiegato la polizia a mettere in piedi un'operazione da manuale: ora si trova nel carcere di Montorio, dove attende di comparire davanti al giudice per la convalida del provvedimento. 

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