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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

"Radici e memoria", due giornate per Dino Coltro

A Legnago e San Giovanni nel ricordo dell'opera dello scrittore scomparso lo scorso anno

Stamattina, al Palazzo Scaligero, l'assessore alla Cultura e Identità Veneta Marco Ambrosini ha presentato le due giornate di studio dedicate all’opera di Dino Coltro, intitolate “Le radici della memoria”, che si terranno venerdì 28 maggio a Legnago e venerdì 4 giugno a San Giovanni Lupatoto.

L’iniziativa è organizzata dalla Fondazione Fioroni di Legnago, con il patrocinio del Comune di Legnago e del Comune di San Giovanni Lupatoto e celebra il ricordo di Dino Coltro, poeta, scrittore e ricercatore “guida” della cultura veneta e del mondo rurale, scomparso lo scorso anno. Gratuite e aperte a tutti, le giornate di studio si svolgeranno in due luoghi diversi, entrambi riconducibili alla vita del poeta: al Centro Ambientale Archeologico di Legnago il 28 maggio come punto di riferimento per la pianura veronese, e all’Ex Chiesa di San Gaetano da Thiene di Pozzo a San Giovanni Lupatoto il 4 giugno in considerazione del fatto che questo comune fu scelto da Dino Coltro per la propria residenza. Le due giornate proporranno una lettura e rivisitazione dei testi dell’autore arricchite da interventi recitativi ed esecuzioni di brani musicali della tradizione contadina, scelti tra quelli recuperati da Coltro nel corso della sua vita e della sua lunga attività. Obiettivo dell’iniziativa è far conoscere e trasmettere al grande pubblico la ricca e multiforme eredità culturale del “Maestro di Coriano”. La scelta di uno strumento comunicativo come la ‘giornata’ di studio risponde alla volontà di un approccio che possa andare incontro ad un pubblico vasto, attraverso una mediazione didattica e sintetica della complessa opera dell’autore, analizzata da più relatori nelle sue componenti principali. Particolare attenzione sarà rivolta alla ricostruzione della amplia bibliografia di Coltro, analizzando i grandi temi, gli approcci etnografici ed antropologici che hanno sempre caratterizzato il suo ‘fare ricerca’. Senza l’opera di Coltro, la storia della civiltà contadina veneta e veronese sarebbe indubbiamente più povera, priva di importanti tasselli linguistici e musicali. Priva di quel corpus di racconti della tradizione rurale veronese, sapientemente raccolti dalla viva voce di quegli uomini e di quelle donne che per ultimi li hanno ricevuti in eredità e forse avrebbero rischiato di non poterli tramandare a nessuno.

“La scomparsa di Dino Coltro ha significato per la cultura veneta e veronese una grave perdita. Coltro era identificato, nel sentire collettivo, come il custode delle nostre tradizioni, dei nostri usi, costumi e della storia del nostro mondo rurale. E’ quindi doveroso celebrarne il ricordo in un modo significativo come queste giornate di studio, augurandoci che questa iniziativa coinvolga e sensibilizzi tutti i veronesi a diffondere la vasta opera etnoantropologica di questo grande personaggio”. I complimenti per l'iniziativa della Provincia e della Fondazione sono espressi anche dal discendente del grande poeta, il figlio Stefano: “Un sincero ringraziamento per l'attenzione particolare dimostrata va alla Fondazione Fioroni, che permetterà di ricordare la figura ed il lavoro di mio padre. Grazie a questo progetto riusciremo a contenere e dare un ordine alla moltitudine di documenti che sono stati trovati, frutto del lavoro di un uomo di radici profonde e di grande cultura, ma sopratutto fanno si che io possa scoprire aspetti di mio padre, che mi erano finora sconosciuti”.

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