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Cronaca San Zeno / Corso Castelvecchio

Quadri di Castelvecchio: "Per l'ambasciatore Kiev è pronta a riconsegnarli"

L'Onorevole del Movimento 5 Stelle Mattia Fantinati, ha incontrato a Roma Yevhen Perelygin: "Ho sollecitato affinchè tornino a Verona entro il 19 novembre, a un anno esatto dal furto che tanto ha scosso la nostra città"

I capolavori trafugati a Verona il 19 novembre 2015 devono ritornare a Verona. Tosi prima e Renzi poi avevano promesso il loro ritorno, ma dei quadri ad oggi, non c' é ancora traccia. Ho deciso pertanto di passare ai fatti incontrando stamane (8 novembre, ndr) a Roma, l'ambasciatore Yevhen Perelygin. L'ambasciatore mi ha assicurato che il governo di Kiev é pronto per la consegna dei quadri anche tra pochi giorni. Ho sollecitato affinchè tornino a Verona entro il 19 novembre, a un anno esatto dal furto che tanto ha scosso la nostra città. L'ambasciatore ha accolto con piacere questa mia richiesta affermando che farà il possibile per realizzarla ma ha anche sottolineato quanto tutto sia dipendente dal Governo italiano. Contro l'immobilismo di Renzi non staremo di certo a guardare finchè i 17 capolavori non ritorneranno a Castelvecchio.

Questo il commento dell'Onorevole veronese del Movimento 5 Stelle, Mattia Fantinati, dopo l'incontro con l'ambasciatore ucraino. Il politico pentastellato sembra aver aver ricevuto rassicurazioni sull'imminente rientro delle opere, che mancano da quasi un anno dal museo di Castelvecchio. 
Intanto il processo a carico degli autori di quello che è stato definito il colpo del secolo, prosegue. Secondo quanti riporta la stampa locale, i malviventi avevano programmato il colpo per la sera precedente, aspettandosi inoltre di trovare all'interno solamente la guardia giurata Francesco Silvestri, che avrebbe dovuto fingere poi di essere stato aggredito. Ma la sera del 18 le auto parcheggiate di alcune persone lì per un incontro avevano fatto spostare il furto di 24 ore, mentre la presenza inaspettata della cassiera lo ha poi trasformato in rapina a mano armata. La difesa inoltre sta cercando di ridimensionare il ruolo di Pasquale Ricciardi Silvestri, fratello della guardia giurata, sul base del fatto che il colpo inizialmente avrebbe previsto la sottrazione di una singola opera. Più defilate invece le posizioni del proprietari del furgone che trasportò i capolavori a Brescia, Victor Potinga, e quella del ragazzo che custodì le opere in casa, Damian Damaschin. 

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