rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Veronetta / Piazza Enrico Bernardi, 2

Anche a Verona gli studenti hanno manifestato solidarietà alla preside del liceo di Firenze criticata dal ministro Valditara

La lettera della dirigente del liceo fiorentino "Leonardo Da Vinci" è stata affissa in diversi istituti di Verona, accompagnata da un cartello con la scritta: «Questa scuola è antifascista»

Questa mattina, venerdì 24 febbraio, alcuni studenti delle scuole di Verona hanno affisso nei loro istituti il testo della lettera della preside del liceo scientifico di Firenze "Leonardo Da Vinci" finita al centro dell'attenzione mediatica a seguito delle successive dichiarazioni del ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara, esponente della Lega. Gli studenti scaligeri fanno poi sapere in una nota di aver affiancato alla lettera anche una targa che recita «questa scuola è antifascista», il tutto in segno di «solidarietà a preside e studenti», e ancora, sottolineano gli alunni veronesi, «per ricordare che le scuole sono fondate su valori diversi da quelli che hanno caratterizzato l'aggressione squadrista in Toscana».  

Lettera + cartello

L'antefatto

Per provare a comprendere meglio come si sia arrivati alle manifestazioni di solidarietà verso la preside del "Leonardo Da Vinci" di Firenze oggi a Verona ed anche in numerose altre città del Veneto e dell'Italia intera, è necessario riavvolgere il nastro a qualche giorno fa. Lo scorso sabato, infatti, dinanzi ad un altro istituto del capoluogo toscano, il Liceo Michelangiolo, è avvenuto un episodio di violenza che avrebbe visto coinvolti alcuni membri del movimento giovanile di destra radicale Azione Studentesca. Quella che, a seconda dell'appartenenza politica, viene in questi giorni presentata come un'«aggressione»‚ o alternativamente una «rissa», è stata stigmatizzata anzitutto dal sindaco della città di Firenze Dario Nardella, il quale ha anche sottolineato il silenzio in merito a quanto accaduto da parte delle figure istituzionali a livello nazionale.

Nel frattempo l'eco mediatica della vicenda è stata amplificata dalla vasta circolazione sui social, in particolare, di un video abbastanza esplicito che ritraeva una fase dell'episodio di violenza. Mentre le indagini degli inquirenti sono tuttora in corso, Azione Studentesca si è dissociata in una lunga nota dalla rappresentazione che i media avrebbero in questi giorni dato del movimento, definendola «assolutamente distante dalla realtà» e rea di aver condotto ad «una generalizzazione e ad una distorsione dell’opinione pubblica riguardo il (pre)giudizio su migliaia di studenti che si impegnano per il bene di tutta la comunità studentesca». In aggiunta, Azione Studentesca ha ribadito che «noi, la violenza l'abbiamo sempre condannata, la condanniamo e la condanneremo» e, ancora veniva sottolineato, «la rifiutiamo - da sempre - come mezzo di prevaricazione politica». 

Il messaggio sui fatti di via della Colonna

In data 21 febbraio, la dirigente scolastica del liceo "Leonardo Da Vinci" ha pubblicato la comunicazione numero 197 intitolata "Messaggio sui fatti di via della Colonna" ed esplicitamente rivolta agli studenti dell'istituto. Si tratta appunto della "lettera" poi finita al centro del dibattito pubblico nazionale. Il testo si richiama apertamente «a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze» e poi prosegue spiegando di voler condividere con la platea studentesca due particolari riflessioni. La prima è esplicitata in questo modo:

«Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. "Odio gli indifferenti" - diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee».

La seconda considerazione è stata infine esposta dalla dirigente con queste parole:

«Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così».

Le parole del ministro dell'istruzione

Si arriva quindi al giorno 23 febbraio, quando il ministro Giuseppe Valditara è stato ospite su Canale 5 della trasmissione "Mattino Cinque". Qui è accaduto che durante l'intervista, il conduttore della trasmissione, dopo aver evidenziato le minacce di morte ricevute dal ministro provenienti da ambienti di estrema sinistra, sottolineando anche l'assenza di messaggi di solidarietà nei suoi confronti dal campo delle opposizioni, abbia poi aggiunto: «C'è sicuramente un innalzamento dei toni, parte della responsabilità è della politica, però questo innalzamento dei toni in alcuni casi arriva anche da persone che lavorano dentro la scuola». Con queste parole il conduttore di "Mattino Cinque" ha quindi introdotto la lettera della preside, fondamentalmente presentandola, in modo assai spericolato per non dire improprio, come un esplicito attacco al governo.

Il ministro Valditara si è detto dispiaciuto della lettera «anzitutto perché non compete a una preside di lanciare messaggi di questo tipo e poi perché il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà dei fatti, in Italia non c'è alcun pericolo fascista, in Italia non c'è alcuna deriva violenta o autoritaria e poi voglio anche aggiungere che difendere le frontiere e ricordare i proprio passato, o l'identità di un popolo, non ha veramente nulla a che vedere con il fascismo o, peggio, con il nazismo».

Sempre incalzato dal conduttore di "Mattino Cinque" circa eventuali provvedimenti verso la preside, il ministro Valditara ha risposto: «Io non voglio creare martiri, non vogilo dare occasione a iniziative del tutto improprie per essere considerate iniziative che vogliano rivendicare diritti di libertà o quant'altro, perché vanno giudicate per quello che sono, e sono iniziative assolutamente strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico non abbia più un suo ruolo all'interno delle scuole italiane. Se questo atteggiamento dovesse persistere, - ha poi aggiunto il ministro Valditara - ci dovesse essere un comportamento che va al di là dei confini istituzionali, allora vedremo se sarà necessario prendere delle misure. Attualmente non ritengo che sia necessario intervenire e, ripeto, non voglio trasformare un'iniziativa demagogica e populista...io francamente di queste lettere non so che farmene, sono lettere, mi perdoni, ridicole. Pensare che in Italia ci sia un rischio fascismo è semplicemente ridicolo». 

Istituto.Giorgi

Da Verona la solidarietà a preside e studenti

Camilla Velotta della Rete degli Studenti Medi di Verona quest'oggi ha affermato: «È inaccettabile che il governo non riconosca e condanni una violenza di questo tipo, ma è ancora più grave che un ministro dell’istruzione provi a limitare la libertà di espressione di un dirigente scolastico. Contro il modello di scuola di Valditara, - ha esortato Camilla Velotta - costruiamo un'ampia mobilitazione antifascista in tutte le scuole e lanciamo un appello agli studenti, alle studentesse e a tutta la comunità scolastica, per ribadire insieme che la scuola pubblica è antifascista». 

Enrico Todesco, coordinatore della Rete degli Studenti Medi di Verona, a sua volta ha aggiunto: «Nella nostra città il tema dell'antifascismo è sempre stato al centro dell'attenzione e noi in primis la percepiamo come una rivendicazione fondamentale per la nostra organizzazione. L'avvenimento che si è verificato a Firenze richiede una risposta pronta e reattiva da parte di tutta la comunità studentesca ed anche Verona non si è fatta attendere. Le nostre scuole - ha concluso Enrico Todesco - devono essere i primi spazi in cui fare formazione sulla tematica dell'antifascismo e siamo noi studenti in prima persona a richiederlo».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Anche a Verona gli studenti hanno manifestato solidarietà alla preside del liceo di Firenze criticata dal ministro Valditara

VeronaSera è in caricamento