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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca San Massimo / Via Gardesane

Faceva prostituire ragazze disabili: sordomuto condannato a due anni di carcere

Le indagini si conclusero con l'arresto, nel novembre 2011, di uno dei due complici mentre l'altro è ancora latitante. Il primo venne condannato già lo scorso marzo, mentre il dibattimento sul secondo si è chiuso solo ieri

Una sconvolgente vicenda di prostituzione si è conclusa, dal punto di vista processuale, nella giornata di ieri. 

Alcune ragazze sordomute venivano costrette a prostituirsi, dalle 16 alle 6 del mattino, da altri due sordomuti A. J. e Y. V.. Le istruzioni alle giovani venivano inviate via sms, comunicate tramite il linguaggio dei segni o per iscritto e la loro zona di "competenza" copriva il pezzo di strada tra la Croce Bianca e Castelnuovo del Garda. I due uomini pretendevano un incasso fisso ogni giorno, soprattutto A. J., avevano comprato una roulotte alle prostitute e provvedevano a mantenerle, dando loro anche un piccolissima parte degli incassi.

Inizialmente le ragazze avevano accettato il ruolo di "protettori", perché incapaci di difendersi, ma quando i due presero in mano le redini "dell'attività", le cose cambiarono notevolmente. Oltre alle pressanti richieste di denaro e ai durissimi orari di "lavoro", non era neppure consentita una piccola richiesta di riposo. Chi la inoltrava infatti riceveva un sms con scritto "Nervi", che stava a significare che la sera avrebbe fatto i conti con i due. 

La svolta arrivò nell'autunno del 2011, quando una delle ragazze, riuscì a fuggire in Slovenia con l'aiuto di un cliente. Un'amica, preoccupata dal suo mancato ritorno, ha avvisato la polizia della scomparsa. Le forze dell'ordine hanno quindi dato vita ad una serie di indagine ed appostamenti che hanno portato alla luce l'intera faccenda. 

Quando A. J. venne arrestato, lo trovarono in possesso di 10mila euro in contanti e nel marzo 2012 venne condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere, dove tuttora si trova. 

Y. V. invece è latitante dal 15 novembre 2011 e non potendo così avvalersi di riti alternativi, la sua posizione è stata affrontata in dibattimento. Così ieri il pm Elisabetta Labate e il difensore di Y. V., l'avvocato Tancredi Turco, hanno proceduto all'acquisizione degli atti e, davanti al collegio presieduto da Marzio Bruno Guidorizzi, il 36enne è stato condannato a 2 anni di reclusione e 300 euro di multa per favoreggiamento della prostituzione.  

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