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Cronaca Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

Anche otto ore di attesa al Pronto Soccorso di Borgo Trento: scoppia la polemica

La denuncia pubblicata sulle pagine de L'Arena, prende il via dalla e-mail di un cittadino inviata alla redazione del quotidiano veronese, dove lamentava una situazione di grande disagio vissuta all'ospedale Civile Maggiore

È stato un giovedì infernale all'ospedale di Borgo Trento, non solo per gli operatori sanitari ma anche, e soprattutto, per alcuni pazienti che vi si sono recati per farsi visitare e che hanno dovuto attendere anche per otto ore il proprio turno. 
La denuncia parte dal giornale L'Arena, informato dalla mail di un cittadino dei grandi disagi vissuti da alcune persone al Pronto Soccorso dell'ospedale Civile Maggiore. Alla carenza di personale infatti, si sono aggiunti numerosi codici rossi (pazienti in pericolo di vita) e codici gialli (pazienti in condizioni critiche), con la diretta conseguenza che i codici bianchi (ovvero i pazienti non urgenti) venivano, come è giusto che sia, scavalcati ad ogni emergenza. 

"In questo momento qui ci sono persone arrivate alle 17 che stanno davvero male, ma ci sono solo due medici operativi. La sala d'attesa è piena, la gente si sta arrabbiando", questa è una parte della mail di lamentele riportata dal giornale L'Arena, che è giunta alla loro redazione intorno a mezzanotte e mezza. "Il personale del pronto soccorso ormai non sa più che dire - prosegue il testimone sul quotidiano veronese - e se la prende addirittura con i pazienti, facendo domande del tipo 'ma lo sa che lei dovrà pagare?'". Le testimonianze descriverebbero poi di accese discussioni tra personale sanitario e pazienti irritati dalla situazione, molti dei quali hanno anche scoperto al termine dela visita di dover pagare una somma non indifferente in quanto il loro caso non è stato giudicato urgente. 

Sempre sulle colonne de L'Arena, l'ospedale fa sapere che quella di giovedì è stata una giornata fuori dall'ordinario e il primario del Pronto Soccorso Giorgio Ricci afferma: "Siamo in sofferenza, non lo nascondiamo: a Borgo Trento vengono centralizzati i grossi traumi, ma il personale è sempre lo stesso. Ciò va inevitabilmente ad allungare i tempi di accesso per i codici bianchi. La Regione ci impone un'attesa massima di 240 minuti. Non ci stiamo dentro ma abbiamo ridotto i tempi di permanenza e facciamo di tutto per migliorare. Giovedì è stata una giornata eccezionale, con sette codici rossi contro una media quotidiana di due. Si è trattato di pazienti infartuati o con emorragie cerebrali: casi che impegnano ciascuno due medici e quattro infermieri per almeno un'ora e mezza, dimezzando di fatto il personale. Inoltre abbiamo avuto una cinquantina di codici gialli, che assorbono il personale per quaranta minuti in media. Per il resto i pazienti erano tutti in codice bianco". 

Giovedì di personale in ferie, fa sapere sempre Ricci, non ce n'era ma in quel tipo di giornate è probabile che una persona che arriva con un codice bianco debba armarsi di pazienza. Per quanto riguarda i costi è sempre il primario, intervistato da L'Arena, a fornire qualche delucidazione: "Fino a pochi mesi fa era consentita una certa discrezionalità. E a volte, soprattutto se si aveva di fronte un anziano, si chiudeva un occhio. Ora non si può più. O il paziente rientra nella casistica scrupolosamente elencata dai protocolli (per esempio fratture, intossicazioni, casi in cui sia indispensabile il ricovero), oppure deve pagare. E fra una lastra e un bendaggio, è facile arrivare a 80-100 euro". Cosa significa: se non ci presentiamo al Pronto Soccorso con una possibile frattura che poi magari si rivela essere una storta, entreremo in ambulatorio con un codice verde ed uscire con un codice bianco da pagare. Questo grazie alla nuova normativa regionale. 

"Si capisce che - prosegue Ricci - se il paziente ha atteso ore per la visita e poi si ritrova pure a sborsare queste somme, si arrabbia. Infatti l'Urp, e io stesso, dobbiamo far fronte a molte contestazioni. Ma non c'entriamo nulla con la scelta della Regione, su cui si può disquisire se sia giusta o sbagliata, ma che resta tale". 

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