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Cronaca Centro storico / Via Giuseppe Mazzini

Quattro profughi ospitati dalla Virtus coltivando il sogno della prima squadra

Trasferiti dalla tenuta di Costagrande quattro ragazzi immigrati, 3 provenienti dal Gambia e uno dalla Nigeria, in un appartamento messo a disposizione dalla locale società di calcio. L'integrazione passa anche attraverso lo sport

L'integrazione può passare anche attraverso un pallone che rotola lungo un campo da calcio. O almeno questa sembra essere la convinzione di Fresco, presidente e allenatore della Virtus, società di calcio con sede a Verona e che in questi giorni si sta organizzando per ospitare dei ragazzi immigrati provenienti dalla tenuta di Costagrande.

La Virtus aveva già messo a disposizione degli alloggi e la Prefettura aveva assegnato loro otto ragazzi, quattro dei quali hanno poi proseguito il loro viaggio verso il Nord dell'Europa. Da qui l'idea di impiegare i posti lasciati liberi con nuovi ragazzi che fossero degli appassionati di calcio, nella speranza magari che attraverso lo sport possano realizzare qualcosa d'importante. La cooperativa Spazio Aperto ha dunque deciso di far trasferire dal centro vicino a Grezzana 3 ragazzi del Gambia e un nigeriano, destinazione l'appartamento messo a disposizione della Virtus.

Al momento ancora il calcio non è diventato parte integrante delle loro giornate, ma presto verranno messi alla prova e il sogno del presidente sarebbe proprio quello di poterli un giorno fare esordire in prima squadra. Come riporta l'Arena è lo stesso Fresco a spiegare il progetto: "Ognuno di loro ha un romanzo ancora da scrivere. Noi gli diamo anche un pallone. Il senso è: divertitevi, e poi magari si scopre che c'è qualcuno che in campo potrebbe anche fare la sua figura e trovare una sua forma di riscatto. Da sempre il mondo virtussino insegna l'accoglienza e lotta per l'integrazione. Abbiamo accolto i profughi albanesi negli anni '90, aiutato le popolazioni dell'ex Jugoslavia, nel 2001 abbiamo giocato per beneficenza a Sarajevo con Damiano Tommasi ed Eusebio di Francesco. Da sempre è così. E credo che ogni occasione possa nascondere un'opportunità buona per fare del bene. E magari, perché no, per sognare una storia da favola. E dietro l'angolo, forse, c'è un ragazzo che con una palla può disegnare il suo mondo. Finora abbiamo mantenuto il profilo basso, non abbiamo mai voluto pubblicizzare questa iniziativa. Ma qui c'è solo da fare. Le parole non contano".   

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