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Cronaca Zai / Via Antonio Ascari

Profughi e integrazione: palestra di Verona ne accoglie alcuni per insegnar loro il pugilato

I richiedenti asilo non possono lavorare nell'attesa che la loro pratica venga esaminata, così la palestra dell'Accademia Pugilistica Vita ha deciso di permettere ad alcuni di loro di allenarsi

L'iter di approvazione delle richieste d'asilo è molto lungo e in questo periodo i richiedenti non possono lavorare regolarmente. Alcuni sono stati impiegati come volontari in lavori socialmente utili, ma non per tutti c'è la possibilità di riempire le proprie giornate in modo proficuo. Per questo motivo, con la collaborazione della cooperativa Joy, la palestra dell'Accademia Pugilistica Vita di via Ascari a Verona ha deciso di accoglierne alcuni per insegnare loro il pugilato.

Come racconta L'Arena, una decina di richiedenti asilo ha la possibilità di allenarsi tre volte a settimana, tutte le settimane, nella storica palestra veronese. Questi ragazzi vengono dal Bangladesh, dal Senegal e dal Ghana; a casa hanno vissuto sulla propria pelle la guerra e il terrorismo. Alcuni di loro sembrano esssere portati per il pugilato e gli allenatori sperano di portarli a gareggiare un giorno.

Nella palestra si allenano anche bambini, bambine, ragazzi e ragazze. L'impatto con i nuovi sportivi sembra essere stato del tutto positivo, a differenza delle tante notizie di difficile integrazione riportate nel territorio veronese.

Il presidente dell'Accademia Pugilistica Vita, Gianluca Filippi, su L'Arena commenta: "La nostra è un’accademia che ha fatto la storia della boxe a Verona. Siamo nati nel 1946 e abbiamo moltissimi atleti di valore. È da tempo che chiediamo al Comune di poter usufruire della palestra per più tempo. Ora non hanno più nulla se non la gente che condivide con loro la giornata. E la passione per il pugilato. E noi siamo diventati un po’ la loro famiglia".

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